Il tortolicchio: un dolce per Purim
di Giorgia Calò
Un dolce tipico della tradizione romana, per la festa di Purim, è il tortolicchio: una sorta di biscotto secco fatto con miele e pasta di mandorle, che si usa regalare anche in occasioni speciali, come mishmarot e i bar/bat Mitzvà.
Il nome del dolce “Tortolicchio” deriva dalla parola “tortore”, che in romanesco significa bastone, sia per la sua durezza che per il colore. La sua origine risale a prima del Ghetto di Roma: una testimonianza del 1543, del Rav Isacco Lattes, racconta della storia d’amore clandestina tra una donna ebrea sposata e un bottegaio, che le aveva donato come pegno d’amore un tortolicchio, fortemente apprezzato dall’amata.
Di seguito la ricetta di questo particolare e, secondo la storia, anche un po’ afrodisiaco dolce tipico della tradizione giudaico romanesca.
Ingredienti:
- 1 Kg di farina
- 500 g di miele
- 4 uova intere
- 6 cucchiai colmi di zucchero
- 50 g di confetti cannellini
- 400 g di mandorle
- Una scorza di arancia
- Un pizzico di sale
Preparazione:
Sbattere in una ciotola grande con la forchetta le uova, lo zucchero, il sale e le mandorle. Aggiungere il miele, sciogliere bene e continuare a girare versando pian piano la farina. Dopo che si è indurito l’impasto, terminare di lavorare sul tavolo (deve essere compatto ma non troppo duro).
Preparare un contenitore di alluminio con la carta da forno ed un po’ di farina, per non farli attaccare.
Ricavare dall’impasto dei rettangoli alti circa 1.5 cm, metterli nella teglia di alluminio e spennellare sopra l’uovo per renderli dorati.
Cuocere nel forno preriscaldato a 180° gradi per circa 20 minuti.
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