Il popolo d’Israele vive, insieme – Am Israel Chai, BeYachad

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L'editoriale è stato pubblicato anche in inglese nella sezione Blogs del Times of Israel per la campagna Theodor & I della European Union of Jewish Students
Am Israel Chai, BeYachad – The people of Israel live, together

di Luca Spizzichino e Luca Clementi

 

5 Iyar 5708. In una sala gremita del museo di Tel Aviv, con alle spalle un ritratto di Theodor Herzl, David Ben Gurion proclama la fondazione dello Stato d’Israele. In quel preciso momento un intero popolo, dopo aver vissuto in esilio per secoli, stava toccando con mano la possibilità di tornare nella Terra Promessa, la Terra dei propri avi.

75 anni dopo la dichiarazione di indipendenza, lo Stato Ebraico sta vivendo un momento critico della sua storia: da un lato la costante minaccia del nucleare iraniano e del terrorismo palestinese, dall’altro invece la peggior crisi politica che Israele abbia mai visto.

Proprio quest’ultima sta facendo emergere delle divisioni all’interno della società che al momento sembrano inconciliabili. Già nel 2015 l’allora presidente Reuven Rivlin alla conferenza di Herzliya definì il paese “diviso in quattro tribù”: i sionisti laici, i sionisti religiosi, i haredim e gli arabi. Per decenni la volontà delle parti di cercare un compromesso ha permesso allo Stato d’Israele di diventare il Paese che conosciamo.

Tuttavia, negli ultimi anni questo meccanismo si è rotto. Le cinque elezioni e la vittoria della coalizione di Netanyahu, la più a destra sin dalla fondazione, hanno creato un cortocircuito tale da rendere il dialogo un’ipotesi difficilmente percorribile. Le proteste pro e contro la riforma giudiziaria voluta da Yariv Levin rappresentano soltanto il velo di Maya sotto al quale si trova il vero nucleo della questione: quale sarà l’Israele del futuro?

A questa domanda non è possibile dar risposta, tuttavia una cosa è certa: una delle più grandi virtù del popolo ebraico è la resilienza. Infatti, è proprio in questi momenti che Am Israel ritrova la propria Achdut, la propria unità. Nel momento del bisogno Israele è sempre capace di essere Am Echad beLev Echad, un popolo con un solo cuore.

Quanto accade nello Stato d’Israele come sempre si riflette anche nelle nostre comunità, in Diaspora. Per questo, prendendo insegnamento da quanto detto da Rav Yisrael Meir Lau durante la March of the Living, ecco l’invito che vogliamo fare ai nostri fratelli in Israele e nelle nostre comunità per questo Yom Haatzmaut: viviamo insieme, perché i punti che ci accomunano sono più di quelli che ci dividono.

Siamo abituati a cantare Am Israel Chai, ma ora più che mai è fondamentale dire Am Israel Chai, Be Yachad: il popolo d’Israele vive, insieme!

 

Yom Haatzmaut Sameach!
יום עצמאות שמח

 


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