Il digiuno dei primogeniti
HaTikwa (S. Hazan) – Nelle opere di halachà (Tur e Shulchan ‘Aruch Orach Chaim 470) è scritto che i primogeniti usano digiunare la vigilia di Pesach. L’uso comune è di partecipare ad un evento di mitzvà, come la conclusione di un trattato del Talmud. Tale partecipazione è considerata sufficientemente importante da poter rompere il digiuno, dando quindi la priorità al pasto della mitzvà (sarebbe ugualmente valido se si partecipasse ad una milà, per esempio). Ci si permette questa “leggerezza” in quanto il digiuno non ha il livello di rigore degli altri digiuni e, tra l’altro, non vi è un riferimento a riguardo nel Talmud Babilonese.
Perché si digiuna? Nel Tur è scritto che i primogeniti digiunano perché sono stati salvati dalla piaga che colpì i primogeniti egizi. Molti dei commentatori si chiedono come mai si digiuni per una salvezza; forse sarebbe stato più idoneo gioire per la propria salvezza. Diversi maestri offrono spiegazioni alternative. C’è chi scrive che i primogeniti ebrei in Egitto digiunarono durante quel giorno, per pregare Hashem di essere meritevoli della salvezza e non essere colpiti come quelli egizi. Il digiuno sarebbe quindi in ricordo del digiuno, non della salvezza.
Uno dei posqìm (decisori di halachà) più importanti della scorsa generazione, rav Shlomo Zalman Auerbach z.l. (1910-1995), offrì la seguente interessante spiegazione. Come ci insegnano molte fonti, in origine il compito di occuparsi del culto nel Bet HaMikdàsh sarebbe stato dei primogeniti ma quando peccarono con il vitello d’oro, fu rimosso questo privilegio da loro e dato ai Cohanìm. Il digiuno dei primogeniti rappresenterebbe, secondo rav Auerbach, una sorta di lutto per l’aver perso quel merito. Perché segnarlo proprio in questa data? Visto che questo giorno, il 14 di Nissàn, è il giorno in cui c’è il maggior flusso di persone al Bet HaMikdash, dato che tutti dovevano offrire il Korbàn Pesach. Proprio in quel momento l’esclusione dei primogeniti da quel ruolo importante è più sentita.
Hag Kasher Ve-Sameach!
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