“Golda: storia della donna che fondò Israele” – Intervista all’autrice, Elisabetta Fiorito
di David Fiorentini
Prima donna a capo del governo d’Israele, terza a ricoprire questo ruolo nel mondo. Fu tra i fondatori dello Stato ebraico, a cui dedicò il suo carisma, la sua intraprendenza e impeccabile arte oratoria, che l’ha resa celebre in tutto il mondo con aforismi ancora oggi ripetuti. Emigrata con la famiglia dall’Ucraina, è stata la leader nel momento storico più difficile per lo Stato ebraico, tra il massacro di Monaco alle Olimpiadi del 1972 e la Guerra del Kippur. Questo e molto altro ancora è racchiuso nel libro “Golda: Storia della donna che fondò Israele”, scritto dalla giornalista Elisabetta Fiorito ed edito da Giuntina. Per HaTikwa abbiamo intervistato l’autrice.
Fiorito, lei ha appena pubblicato un libro che ripercorre la vita di Golda Meir, dall’Ucraina agli Stati Uniti fino a Israele. Che significato ha la figura di Golda oggi e che valenza ha pubblicare questo testo su di lei proprio in questo periodo?
Golda Meir è stata la madre di Israele e prima donna a divenire Primo Ministro in Israele. Ha combattuto il terrorismo palestinese dopo la Strage di Monaco del 1972 e la Guerra di Kippur del 1973. Oggi conoscere la sua vita e ripercorrere tutte le tappe che hanno portato alla fondazione dello Stato ebraico è fondamentale per contrastare tutta la disinformazione che c’è su Israele. Un paese che è sempre stato attaccato in tutte le sue guerre e che, differentemente da come viene descritto, non è mai stato aggressore. Capire Golda significa capire la storia di Israele.
Prima donna nel ruolo di Primo ministro di Israele, terza nel mondo. Nonostante ciò, ha sempre avuto molti attriti con il movimento femminista, rimanendo allo stesso tempo una forte avversaria del maschilismo dell’epoca. Che esempio può dare Golda alle donne e alle ragazze di oggi?
Bisogna capire che cosa si intende per femminismo. Golda non era femminista perché apparteneva al movimento femminista, ma lo era per quello che faceva. È stata madre, è stata Primo ministro e la sua passione era la politica, per cui è un grande esempio di femminismo. Sicuramente sarebbe stata molto amareggiata nel vedere come tutti i movimenti femministi nel mondo non abbiano riconosciuto quello che è successo alle donne in Israele il 7 ottobre, dopo che sono state stuprate, torturate e massacrate dagli integralisti e terroristi di Hamas. Questo l’avrebbe molto turbata.
Golda, oltre che per il suo carisma e abilità politica, è rimasta celebre anche per i suoi aforismi. Alcuni di questi guidano ancora oggi le dichiarazioni di ufficiali israeliani, dimostrando quanto sia ancora attuale il suo pensiero. Secondo lei, cosa ci consiglierebbe oggi Golda di fronte alla guerra?
Golda è un faro per il popolo ebraico e per tutta l’umanità. I suoi aforismi sono ancora importantissimi per quello che sta accadendo oggi. Ricordiamo la famosa espressione “Arabi, vi potremmo perdonare per aver ucciso i nostri figli, ma non vi potremmo mai perdonare per averci obbligato a uccidere i vostri”. Questo rimane un pensiero fondamentale, di fronte a quello che sta succedendo in Israele, dove i ragazzi sono chiamati alle armi e devono andare a combattere una guerra che non avrebbero mai voluto fare. Poi vorrei ricordare un’altra sua frase, nel contesto successivo alla Guerra dei Sei Giorni, quando in seguito alle richieste di tornare ai confini precedenti al 1967 per aspirare a una pace disse: “Ma noi eravamo dentro a quei confini e ci avete fatto la guerra!”. Forse la massima più importante per il popolo ebraico, che lei, disgustata, pronunciò dopo la Conferenza di Eviàn del 1938: “Preferiamo le vostre condanne alle vostre condoglianze.”
Studente di Medicina presso Humanitas University di Milano, è stato Presidente UGEI nel biennio 2022-2023.
Nato e cresciuto a Siena, attualmente ricopre il ruolo di Policy Officer ed è redattore di HaTikwa.