Gli ospiti ebrei a Lucca Comics & Games 2019
HaTikwa (N. Greppi) – Anche quest’anno, dal 30 ottobre al 3 novembre, si è tenuta il celebre festival Lucca Comics & Games, che a ogni edizione porta circa 250.000 visitatori nella città toscana, facendone il più grande festival dei fumetti in Europa e il secondo del mondo dopo il Comiket di Tokyo. La fiera ha ospitato mostre, presentazioni, dibattiti, concorsi, concerti e spettacoli teatrali legati al mondo della cultura nerd: dai fumetti alle serie tv, dai videogiochi ai giochi da tavolo, senza dimenticare il cinema d’animazione.Anche quest’anno tra gli oltre 100 ospiti vi sono anche degli artisti ebrei; in particolare, tre hanno un rapporto più o meno stretto con le proprie origini.
Il primo è il fumettista Chris Claremont: nato a Londra nel 1950 e cresciuto a New York, è una leggenda tra i lettori dei fumetti Marvel; da oltre 50 anni lavora come sceneggiatore per gli albi della storica azienda fondata da Stan Lee, e in particolare alla serie degli X-Men, tanto che i suoi fumetti hanno venduto circa 750 milioni di copie in tutto il mondo. In particolare, è noto per le storie degli X-Men Giorni di un futuro passato (che ha ispirato l’omonimo film della saga del 2014, nel quale compare in un cameo) e per aver inventato il personaggio di Fenice Nera, alter ego malvagio della supereroina mutante Jean Grey.
Quello che non tutti sanno è che Claremont non solo è di origini ebraiche da parte materna, ma nel 1971 è andato a vivere per un breve periodo in Israele, nel kibbutz di Netiv HaLamed-Heh. Inoltre, è stato lui a modificare le origini di Magneto, storico antagonista della serie, in modo che in origine fosse un ebreo polacco che da piccolo è sopravvissuto ad Auschwitz, dove si sono manifestati per la prima volta i suoi poteri. Un elemento, questo, che compare anche all’inizio del primo film degli X-Men. Intervistato dalla rivista Vulture nel giugno 2019, Claremont ha spiegato che l’idea gli venne pensando ai superstiti della Shoah che aveva conosciuto nel kibbutz da ragazzo.
L’altra ospite di origini ebraiche è l’animatrice americana Rebecca Sugar: 32 anni, nata e cresciuta nel Maryland, nel 2013 ha creato per Cartoon Network la serie animata Steven Universe, tra quelle di maggior successo del canale negli ultimi anni. E a Lucca è venuta soprattutto per presentare il film musical animato Steven Universe: The Movie, tratto dalla serie.
Da un’indagine della rivista ebraica Forward, è emerso che i personaggi della serie sono ispirati alle origini della Sugar, figlia di una coppia mista: il protagonista, Steven Universe, è un essere per metà umano e per metà una “gemma vivente”, ed è ispirato al fratello dell’autrice, anch’egli di nome Steven, che come il personaggio ha genitori che appartengono a popoli diversi.
A parte i fumettisti, anche lo scrittore statunitense Daniel Abraham, membro assieme a Ty Franck del duo artistico James S.A. Corey, è ebreo: i due sono noti soprattutto per la serie di romanzi di fantascienza The Expanse, inaugurata nel 2011 con il romanzo Leviathan – Il risveglio dal quale nel 2015 è stata tratta una serie televisiva. Non a caso a Lucca hanno presentato l’ottavo libro della saga, L’ira di Tiamat.
Ma tra gli ospiti c’è anche chi, pur non essendo ebreo, ha dimostrato nella sua carriera un grande amore per la storia e la cultura ebraica, più di tanti ebrei: tra questi vi è senza dubbio Vittorio Giardino, fumettista bolognese classe 1946, che ha creato due celebri personaggi del fumetto italiano: Max Fridman, agente dei servizi segreti francesi nel 1938, e Jonas Fink, un ebreo di Praga che negli anni del comunismo assiste alle purghe contro la borghesia ebraica.
Giardino è, assieme a Hugo Pratt, l’unico autore italiano che dal 2008 compare nella mostra itinerante De Superman au Chat du Rabbin, dedicata al legame tra ebraismo e fumetti. Come raccontava Moked nell’agosto 2018, il suo interesse deriva dal fatto che la moglie fa parte dei Formiggini, un’antica famiglia ebraica della provincia di Modena, e conoscendone la famiglia Giardino ha iniziato a interessarsi alle loro storie: “Ho scoperto le vicende di tanti ebrei italiani. Cittadini del mondo, viaggiatori, imprenditori, sperimentatori. Eppure sempre legati all’identità originaria. Da Leopoli a Trieste, da Gerusalemme a Bologna. Legami forti, ma che non portano mai al provincialismo, al familismo.”
L’Unione Giovani Ebrei d’Italia (UGEI) è un’organizzazione ebraica italiana. Essa rappresenta tutti gli ebrei italiani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. L’organo ufficiale di stampa UGEI è HaTikwa: un giornale aperto al confronto di idee.