Giudice, donna, ebrea: chi era Ruth Bader Ginsburg
di Luca Spizzichino, Caporedattore HaTikwa
e Ludovica Efrati, US Affairs Editor
Venerdì 18 settembre, l’America è stata travolta dall’ennesimo avvenimento destinato a creare scompiglio e disordine: la morte di Ruth Bader Ginsburg, giudice della Corte Suprema. Nominata dal presidente Bill Clinton, ha servito la Corte Suprema dal 1993 fino alla sua morte, facendo parte dell’ala democratica della magistratura.
Joan Ruth Bader nacque il 15 marzo 1933 a Brooklyn, New York, in una famiglia ebraica. I genitori lavoravano in una fabbrica di vestiti, e il padre era stato un pellicciaio ai tempi della Grande Depressione. Fin dalla tenera età, la madre di Ruth le ha insegnato il valore dell’amore tramite la dedizione nel prendersi cura di suo fratello, e la motiva ad eccellere nella carriera scolastica fino a che non le viene diagnosticato un cancro, e muore tragicamente il giorno prima della cerimonia del diploma di Ruth. Nonostante le avversità, la brillante carriera scolastica di Ruth continua fino alla prestigiosa Cornell University, nella quale si laurea nel 1954; lo stesso anno sposerà Martin Ginsburg, e deciderà di mettere in pausa la sua carriera per dedicarsi alla famiglia.
L’anno seguente, Martin e Ruth hanno la loro prima figlia, Jane, ma subito dopo il marito viene richiamato per un servizio militare di 2 anni. Al ritorno del marito, Ruth si iscrive alla facoltà di legge di Harvard, ma nello stesso anno al marito viene diagnosticato il cancro. Nonostante una figlia ed un marito malato, Ruth continua a dare il massimo come madre, moglie e studentessa; infatti, nel tempo libero si dedica alla figlia, prende appunti durante le lezioni alle quali il marito non può andare per continuare il suo percorso di studi, ed è una delle studentesse più brillanti del suo anno.
Durante il suo percorso accademico e lavorativo, non è stata esente da discriminazioni di tipo antisemita e sessista, tanto che, quando finisce il praticantato dal giudice Edmund L. Palmieri, le vengono offerti dei posti di lavoro dove la sua paga come donna era inferiore a quella dei suoi colleghi maschi. Ruth non lo accetta, e decide di spostarsi in Svezia per 2 anni, dove fa ricerca per il suo progetto sulla Procedura Civile Svedese. Al ritorno negli States, accetta la cattedra di Diritto prima alla Rutgers University, e poi alla Columbia University, dove partecipa a numerose battaglie legali contro le discriminazioni e per i diritti delle donne. Nel 1980 accetta la carica alla Corte d’Appello statunitense offertale dal Presidente Jimmy Carter, e nel 1993 accetta la carica alla Corte Suprema da parte di Clinton.
La sua dipartita ha smosso non poco le coscienze della maggior parte dell’ebraismo americano. Ma qual era il suo rapporto con la religione?
Nonostante non fosse del tutto osservante, ha parlato spesso di come i valori ebraici abbiano ispirato la sua vita, e in particolare la sua carriera. Infatti, in diversi discorsi pubblici, fece notare più volte come fosse l’unico giudice con la mezuzah attaccata allo stipite della sua porta. Dettaglio interessante che si poteva trovare nel suo studio, era un poster sul muro con scritto “Tzedek, tzedek tirdof”, un verso della Torah che, tradotto, significa “Giustizia, Giustizia perseguirai”.
“Sono un giudice nato, cresciuto e orgoglioso di essere ebreo”, scrisse in un saggio per l’American Jewish Committee nel 1996. “La richiesta di giustizia attraversa l’intera tradizione ebraica. Spero, nei miei anni al banco della Corte Suprema degli Stati Uniti, di avere la forza e il coraggio di rimanere costante al servizio di tale richiesta “.La morte di Ruth Bader Ginsburg lascia un posto vuoto alla Corte Suprema ed un vuoto nei cuori degli appassionati di diritti civili. La polemica più grande al momento? Come rimpiazzarla. Ruth aveva pensato anche a questo: le sue ultime parole, infatti, sono state: “Desidero che non si installi un nuovo giudice fino a che il nuovo presidente venga nominato”. Sicuramente l’avrà detto sotto l’auspicio che Donald Trump non vinca contro Joe Biden, ma non è quello che è accaduto negli ultimi giorni: il Presidente, infatti, si è avvalso del diritto di nominare un nuovo giudice, scegliendo Amy Vivian Coney Barrett come successore per il posto vacante lasciato dalla Ginsburg.
La Barrett può essere considerata l’esatto opposto di RBG; infatti, l’avvocato classe 1972 è una conservatrice in ambito sociale: antiabortista, poco o per nulla disponibile all’apertura sui diritti civili e scettica sui rapporti con le “minoranze” secondo una logica di bilanciamento. La nomina ha fatto sì che si crei uno sbilanciamento non indifferente all’interno dell’organo giuridico più importante negli USA, spostando l’ago della bilancia verso la parte conservatrice, arrivando a 6 giudici conservatori, contro i 3 più progressisti, e tutto ciò probabilmente per decenni, considerata la sua età e la nomina a vita.
L’Unione Giovani Ebrei d’Italia (UGEI) è un’organizzazione ebraica italiana. Essa rappresenta tutti gli ebrei italiani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. L’organo ufficiale di stampa UGEI è HaTikwa: un giornale aperto al confronto di idee.