Gilet gialli, un MoVimento di protesta?

Dieudonne

HaTikwà (L.Spizzichino) – Negli ultimi due mesi del 2018, chiunque avrà sentito parlare del Movimento dei Gilet gialli, un fenomeno di protesta che è nato in Francia, ma che ha superato facilmente i suoi confini, arrivando addirittura fino in Israele, seppur con numeri esigui. Ma dove nasce questa protesta? Il movimento, nato sul web in maniera spontanea, con un post su Facebook il 10 ottobre di due camionisti della Seine et Marne, che dopo aver visto una petizione su Change.org sul caro-carburante, hanno fatto appello a un blocco nazionale della rete stradale francese. In realtà il caro benzina, in nome della necessaria transizione ambientale, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso del malcontento sociale, affiorato da settimane con una serie di manifestazioni e scioperi delle categorie più deboli della società francese. Dopo sette settimane di manifestazioni, blocchi stradali e scontri, non solo a Parigi, ma in tutto il territorio francese, il bilancio è pesantissimo.

Analizziamo più nello specifico questo movimento di protesta: non essendoci dei veri e propri leader a dare un’impronta chiara a queste proteste, i gilet gialli sono diventati un melting pot di più fazioni, dai moderati fino ai radicali ed estremisti, sia di destra che di sinistra, proprio la frangia più estremista del movimento, è la causa della guerriglia urbana che sta paralizzando il centro di Parigi, e non solo, da quasi due mesi. Preoccupante, è la deriva antisemita di queste proteste, fomentate anche da personaggi come Dieudonné M’bala M’bala, diventato famoso per aver inventato la Quenelle. Infatti nelle ultime settimane, nelle varie manifestazioni sparse per il territorio francese sono comparsi diversi striscioni e slogan antisemiti, che attaccano non solo Macron, reo di aver lavorato per i Rothschild e per essere schiavo delle élite finanziarie, guidate da ebrei che manovrano nell’ombra non solo il governo francese, ma tutta la finanza globale, come nelle più becere teorie complottiste pluto-giudaico-massoniche. Macron, però non è stato l’unico bersaglio di questi slogan antisemiti, ma anche la comunità ebraica francese, allarmata da questo clima d’odio che può rischiare solamente di peggiorare. Quale sarà l’evoluzione di queste proteste solamente il tempo ce lo potrà dire.

Con le dovute proporzioni, l’idea dei gilet gialli può associarsi a quella di un altro movimento politico, il Movimento 5 Stelle: tanti i punti in comune tra queste due forze. Non è un caso che nei giorni scorsi, Luigi Di Maio, Vicepresidente del Consiglio e capo politico del M5S, ha sostenuto la possibilità di un’alleanza con il movimento di protesta francese, ribadendo anche di dover incontrare Eric Drouet, uno dei leader dei gilet gialli, in vista delle elezioni europee.  La risposta di Drouet non si è fatta attendere: “I gilet gialli hanno dato vita ad un movimento apolitico sin dall’inizio, in caso contrario non sarebbe quello che è oggi. Rifiuteremo qualsiasi aiuto politico, non importa da dove provenga! Rifiutiamo il suo aiuto. Abbiamo iniziato da soli, finiremo da soli”. Frasi forti, ma ormai metabolizzate dagli italiani, trite e ribadite, almeno fino alle elezioni politiche del marzo 2018. I gilet gialli non amano la concorrenza, d’altronde il comico da cui ripartire già lo hanno: Dieudonné.


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