Georgia-Israele, un legame indissolubile

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HaTikwà (S.Bedarida) – Ho avuto la recente opportunità di fare un breve viaggio di due giorni a Tbilisi, la capitale della Georgia. Ex Repubblica Sovietica, indipendente dal 1992, il Paese oggi si trova sulla sponda orientale del Mar Nero e conta circa 4 milioni di abitanti.Il suo paesaggio è tipico della regione caucasica, montano, e l’architettura è splendida e unica, a rappresentare davvero il ponte geografico, artistico e culturale tra Europa orientale e Asia centrale. Come ogni capitale di una nazione, a Tbilisi si possono vedere frequentemente bandiere georgiane sventolare dai balconi dei principali edifici istituzionali e non, unite alle bandiere dell’Unione Europea, a cui la Georgia si sente profondamente legata e di cui spera in futuro di poter fare parte. Inoltre, c’è anche un buon numero di bandiere israeliane, a cominciare dall’unione delle due issate sul terrazzo del palazzo che ospita la Camera di Commercio israelo-georgiana, sita lungo la centralissima Rustaveli Avenue.

Ho deciso perciò di affrontare con interesse l’argomento assieme alla guida, un ragazzo della mia età. Gli ho detto che sono ebreo, e la sua reazione ha manifestato stupore e grande rispetto nei miei confronti. Lui infatti non aveva mai incontrato prima d’allora persone di appartenenza ebraica, ma ha dichiarato che quello che ha sempre sentito da suo padre sugli ebrei è di “esserne sempre amici, perché si tratta di persone estremamente brillanti e intelligenti, da cui poter imparare”. Sono rimasto letteralmente senza parole: in un contesto globale in cui ancora oggi quando esplicito la mia identità sono spesso oggetto di domande non sempre poste con fine di interesse, ma talvolta con lo scopo di generare sfottò e imbarazzo, non mi era mai capitato di avere a che fare con qualcuno che avesse come unica immagine di noi, pervenutagli tramite un sentito dire, qualcosa di simile a questo. Un sentito dire estremamente positivo e privo dei più comuni stereotipi.

La guida allora ha sottolineato con fierezza la grande amicizia fra la Georgia e Israele, e il legame anche a livello non solo politico ma anche umano, da parte dei singoli. Il rapporto fra i due stati nasce innanzitutto dal profondo senso di ospitalità e accoglienza della popolazione georgiana nei confronti degli stranieri. Gli ebrei georgiani hanno infatti da sempre trovato un’oasi di grande pace in territorio georgiano, e la popolazione locale è fiera di poter ospitare una comunità ebraica.
Gli ebrei georgiani, che hanno toccato anche le 50mila unità, sono ridotti oggi a qualche migliaio, a causa della massiccia emigrazione proprio verso Israele, avvenuta prevalentemente per ragioni economiche e di opportunità lavorativa.

In ogni caso, la rottura e la tensione dei rapporti fra la Georgia e la Russia, a causa del contenzioso politico legato ai territori di Abcasia e Ossezia del Sud, con conseguenti sanzioni commerciali da parte dei secondi, e la relativa vicinanza geografica tra la Georgia e Israele hanno permesso l’intensificarsi delle relazioni commerciali fra i due paesi e l’attrazione di investimenti nel paese caucasico proprio da parte di quegli ebrei georgiani emigrati e figli di emigrati, i quali hanno potuto beneficiare dell’ottenimento della doppia cittadinanza e investire in proprietà immobiliari nel paese d’origine. Infine, nel febbraio 2014, a cementare ulteriormente l’amicizia fra i due paesi, l’allora primo ministro georgiano Garibashvili, alla presenza dell’omologo israeliano Netanyahu, ha piantato un albero nella Foresta delle Nazioni, in occasione di Tu Bi Shvat. La Georgia è un paese davvero interessante e particolare da visitare, per i paesaggi, l’architettura e la cucina. Aver avuto l’opportunità di scoprirvi anche un sincero alleato e amico del popolo ebraico e di Israele ha reso questo viaggio ancor più significativo e memorabile.


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