Essere italiani a Gerusalemme, di generazione in generazione
Come l’integrazione in un paese non è mai facile anche mantenere il legame con la propria storia, la lingua e l’identità d’origine non è una cosa semplice. La comunità Italiana in Israele è sicuramente un’eccezione – un luogo dove la cultura italiana e israeliana si incontrano. A confermare questa affermazione è stata l’inaugurazione di un nuovo progetto oggi a Gerusalemme, “Hakesher Ha-Rav Dorì” – il legame multigenerazionale. Il progetto che è stato inaugurato oggi nella scuola elementare Yehudà Halevì di Gerusalemme dall’Ambasciatore italiano Francesco Maria Talò e dall’addetta culturale dell’Ambasciata, Elena Loewenthal, consiste in una serie di incontri in cui i “nonni italiani” racconteranno ai nipoti (propri e altrui) storie della loro vita. In questo modo, verranno create testimonianze interattive dei racconti delle persone provenienti dall’Italia.
Il progetto prevede quattordici incontri e una presentazione conclusiva del lavoro realizzato dai ragazzi della quarta e quinta elementare insieme a i “nonni italiani” al Bet HaTfutzot (il museo del popolo) di Tel Aviv il prossimo anno. In occasione della stessa inaugurazione, sono stati consegnati diplomi ai bambini protagonisti di un’altra iniziativa ideata per mantenere il legame con le proprie origini: il doposcuola di lingua italiana, che si è svolto nel corso di tutto l’anno scolastico. Si tratta di un’altra iniziativa promossa dal comites italiano di Gerusalemme in coordinamento con il Ministero israeliano dell’istruzione che oggi permette perfino di ottenere 5 punti di credito nella maturità israeliana (Bagrut) facendo l’esame d’italiano.
“Questo programma darà l’opportunità ai più giovani di ascoltare in italiano, ma anche in ebraico, le storie dei propri nonni rafforzando così il legame con la tradizione. Al tempo stesso, i nonni potranno imparare a usare i computer lavorando con i nipoti”, spiega Samuele Giannetti, l’anima del progetto. Gli “italkim” – ma forse in questo caso sarebbe meglio dire semplicemente “gli italiani in Israele” – che hanno già un giornale, un gruppo giovanile (Giovane Kehilà) e una seria di eventi in lingua Italiana hanno dimostrato che si può mantenere la propria identità italiana pur non vivendo geograficamente nella penisola e che per farlo si può cominciare dalla scuola elementare.
L’Unione Giovani Ebrei d’Italia (UGEI) è un’organizzazione ebraica italiana. Essa rappresenta tutti gli ebrei italiani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. L’organo ufficiale di stampa UGEI è HaTikwa: un giornale aperto al confronto di idee.