“Era un giorno di festa”: le voci dei testimoni dell’attentato del 9 ottobre 1982
Sono passati quarant’anni da quel tragico giorno che ha stravolto per sempre la vita della Comunità Ebraica di Roma. Uomini e donne vestiti per l’occasione, bambini che scorrazzavano dentro la Sinagoga in attesa di ricevere la benedizione: era un giorno di festa. Eppure, nell’arco di pochi attimi, quella che sarebbe dovuta essere un’occasione gioiosa si è tramutata in una tragedia.
All’improvviso fuori dalla Sinagoga esplodono delle bombe sulla folla. Seguono una lunga serie di spari. È un attentato.
Decine sono i feriti che vengono trasportati nelle strutture ospedaliere più vicine, dove ricevono i soccorsi che consentiranno loro di tornare lentamente alla vita.
Ma non è stato così per tutti: qualcuno non ce l’ha fatta. Un bambino di soli due anni, Stefano Gaj Taché.
Nel corso di questi quarant’anni, il dolore per i fatti di quel giorno non si è mai davvero alleviato e tante sono ancora le domande che non hanno avuto risposta: dov’erano le forze dell’ordine? Perché i responsabili sono ancora là fuori da qualche parte, senza mai aver davvero scontato la loro pena? Perché è stato permesso che accadesse? Siamo stati traditi e venduti al nemico?
Domande che potrebbero non trovare mai un’effettiva risposta. Per questo resta imperativo trasmettere la memoria di quanto accaduto non solo alle generazioni successive, ma anche all’esterno del mondo ebraico, perché, come ricordato dallo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il suo discorso di insediamento, Stefano non era solo un bambino ebreo: era un bambino italiano.
In questi mesi, Gadiel Gaj Tachè, fratello maggiore di Stefano, rimasto anche lui ferito durante l’attentato, ha raccolto insieme all’associazione “9 ottobre 1982” le voci dei testimoni dell’accaduto. Nasce così il docu-film “Era un giorno di festa”, ideato, scritto e diretto da Micol Anticoli, Daniel Di Porto, Joseph Di Porto, Ariela Piattelli, Gadiel Gaj Taché, Angelo Vivanti, Alex Zarfati ed Enea Perone. Proiettato per la prima volta al Teatro Palladium di Roma, è andato in onda su TG2 Dossier la sera di sabato 1° ottobre.
Le oltre 50 ore di girato tra ricordi, aneddoti e riflessioni delle persone che sono state riportate sui luoghi dell’attentato per raccontare le loro storie costituiscono un archivio della memoria, per far sì che questa pagina della storia ebraica e italiana non cada nel dimenticatoio:
“L’obiettivo è avere qualcosa su cui fondare una memoria comune che non sia soltanto della Comunità, ma di tutti gli italiani”, ha sottolineato la presidente CER Ruth Dureghello.
Il documentario è stato girato interamente con uno smartphone, uno strumento alla portata di tutti:
“Questo è un messaggio fortissimo, perché significa che i giovani hanno tutti gli strumenti per costruire la memoria nelle loro mani – ha spiegato Alex Zarfati – Tutte le testimonianze che abbiamo raccolto saranno a disposizione di tutti”.
Nei giorni che ha preceduto l’attentato, la Comunità viveva in un clima pesante, sia per gli atti di antisemitismo in Europa sia per l’episodio dello sciopero sindacale, durante il quale una bara vuota venne lanciata fuori dai cancelli del Tempio Maggiore nel giugno 1982. La sensazione che qualcosa di grave sarebbe accaduto era insita nella mente dei membri della Comunità ebraica e dello stesso Consiglio. Nonostante le numerose richieste di copertura nei giorni delle festività ebraiche, dettagliatamente indicate nelle lettere al Ministro degli Interni, quella mattina la postazione di vedetta era vuota.
La proiezione si è conclusa nel più totale silenzio della sala. Un silenzio colmo di rumore, di dolore e di rabbia, che richiamano i ricordi dell’attentato e il mistero che ancora avvolge quell’evento.
“Era un giorno di festa” si può rivedere su RaiPlay e verrà nuovamente proiettato al centro culturale “Il Pitigliani” giovedì 6 ottobre.