Eli Hay, un centro ebraico nel cuore di Roma – Intervista a rav Moshe Hacmun

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Moshe Hacmun, rabbino, allenatore, padre, maestro, educatore. Classe ’69, un trascorso all’Yeshivat Bnei Akiva di Natanya e una specializzazione in Sociologia ed Economia alla Bar Ilan. A 19 anni la chiamata della tzavà, entra nell’unità paracadutisti. Nel frattempo inizia a disputare i primi incontri nella serie A basket israeliana, nelle file del Elitzur Natanya. L’amore per lo sport lo porta all’Orde Wirgate, istituto sportivo che gli conferisce la qualifica di “allenatore nazionale”, allena squadre di serie A e B israeliane. Nel 2004 conclude gli studi rabbinici presso il Bet Amidrash Sfaradi. Sempre nel 2004 fonda a Roma, l’Eli Hay, un’associazione sportiva dilettantistica di stampo ebraico, che oggi raccoglie più di un centinaio tra bambini e ragazzi, che praticano la Pallacanestro e partecipano ai Campionati Regionali, rappresentando l’orgoglio ebraico nel Lazio.

E’ nel 2011 che viene istituito il centro comunitario dell’Eli Hay, lo “YoungEly”. Ben presto il centro diviene, non solo una sinagoga su misura per i ragazzi, ma il centro nevralgico di tutte le attività, sportive e comunitarie, ospitando diversi eventi, sia ludici che culturali.  All’attività di routine che dura tutto l’anno, viene affiancata l’organizzazione dei campeggi estivi e invernali, vero fiore all’occhiello dell’Associazione, che negli ultimi 3 anni ha riscontrato un successo inaspettato, con circa 200 bambini  a campeggio. Il grande lavoro è stato notato anche ai piani alti. Infatti quest’anno è stato insignito del Premio UCEI “Educazione e Cultura Ebraica 5777” nel corso del Moked Edot e Deot, di Milano Marittima.

Lo abbiamo intervistato per voi. A lui la parola, a voi la lettura.

Come nasce l’associazione Eli Hay? Eli Hay sorge nel 2004, come frutto della mia grande passione per la pallacanestro. Nasce sotto il segno della convinzione che, tramite l’istruzione sportiva è possibile educare e formare ragazzi ad un comportamento migliore. Il confronto-scontro gli uni con gli altri migliora i rapporti interpersonali, preparando il singolo ad affrontare la vita all’interno della società, con tutte le sue difficoltà.

In questi anni come si è evoluta? Inizialmente, nei nostri primi anni di attività, dal 2004 al 2012, ci siamo focalizzati puramente sulla pallacanestro. Inoltre, ogni estate organizziamo centri estivi. Grandi obiettivi sono stati raggiunti sia dal punto di vista individuale che dal punto di vista collettivo. Dal 2012, grazie all’iniziativa e alla collaborazione con la comunità ebraica di Roma e al grande aiuto di cari generosi amici nasce il Centro YoungEly, sede attuale dell’Eli Hay. Da quel momento in poi, l’Eli Hay ha toccato più discipline sportive, oltre che alla pallacanestro, come ad esempio: il karate, corsi di danza per piccoli e adulti, ginnastica posturale, pilates, zumba e Krav Maga. Assieme a quest’ondata di novità, è stato fondato il nostro bet akneset, il tempio Eli Hay si distingue per la particolare Kabalat Shabbat, che alterna il rito Carlibach alle preghiere tradizionali, coinvolgendo molti giovani che partecipano con entusiasmo e sentimento. Il centro Eli Hay ospita anche mizmarot, bar mitzva, shabbatot hatan, milot, compleanni, eventi pubblici e privati, che lo rendono a tutti gli effetti, un centro propulsore di eventi ebraici. Durante la settimana, in aggiunta, l’Ufficio Giovani svolge le proprie attività nella nostra sede, occupandosi di far trascorrere ai nostri “piccoli” piacevoli pomeriggi di attività, formazione e cultura ebraica.

Quali sono i fattori che hanno determinato il vostro successo? Tra i fattori che riteniamo abbiano maggiormente influito sul nostro successo sono da menzionare le attività estive: il centro estivo e il nostro Sporting Summer Camp. Solitamente il nostro staff é formato da ragazzi che sono cresciuti all’interno dell’Eli Hay, e si riflettono nei valori da essa profusi. Infatti, il nostro staff costituisce un altro grande punto di forza. I madrichim costituiscono dei modelli da seguire, sono dei leader giovani e qualificati. Oltre a investire sulla professionalità dello Sport e su strutture ben attrezzate, elementi per noi fondamentali e sui quali ci è impossibile rinunciare, crediamo che sia il divertimento la chiave di accesso all’educazione. Abbiamo sulle nostre spalle l’onere di formare gli adulti di domani, un onore che ci obbliga al raggiungimento del successo.

Quali sono i prossimi traguardi? Il nostro prossimo obiettivo è quello di migliorare ulteriormente il livello di professionalità dello staff, come anche la sincronizzazione con il corpo della sicurezza e la creazione di una più organizzata squadra medica, che possa fornire risposta immediata ad ogni esigenza. Siamo già attivi nell’organizzazione del campeggio invernale e all’orizzonte sogniamo di internazionalizzarci, spostandoci all’estero ed ospitando altri paesi europei, israeliani e americani.

In questi anni di duro lavoro, qual è stata la soddisfazione più grande? Tra le più grandi soddisfazioni, ciò che più mi emoziona è rincontrare ragazzi che sono cresciuti con me, nel nostro campo, sotto i valori dell’Eli Hay, i ringraziamenti per quello che hanno vissuto, per le esperienze che hanno esperito, e per i principi che hanno assimilato. Negli ultimi tre anni, abbiamo registrato nei nostri campeggi degli “overbooking”, fenomeno che ci rende orgogliosi del nostro duro lavoro ed é conferma della fiducia da voi riposta in noi. Siamo solo all’inizio.

Ruben Spizzichino,
Vicepresidente UGEI
Responsabile Politico e Rapporti Internazionali.
Studia e lavora a Roma


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L’Unione Giovani Ebrei d’Italia coordina ed unisce le associazioni giovanili ebraiche ed i giovani ebrei che ad essa aderiscono.


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