Ebrei e omosessuali: ecco Magen David Keshet, primo gruppo ebraico Lgbt in Italia
L’esistenza dell’omosessualità e di coppie omosessuali non è un’ipotesi in attesa di dimostrazione. E’ un fatto, una realtà ormai solida che come tale meriterebbe non solo una maggiore tutela legislativa, ma anche crescente attenzione da parte di un ebraismo italiano che solo di recente e non senza difficoltà e timori ha cominciato a discuterne. Eppure siamo abituati a pensare che la centralità che l’ebraismo dà alla persona, al soggetto morale consapevole e capace di scegliere responsabilmente, vada di pari passo con la difesa dei diritti di coloro che ne sono privati.
Anche per partecipare al dibattito dall’interno, il primo luglio scorso si è costituito a Roma Magen David Keshet Italia (MDKI), una organizzazione indipendente che unisce ebrei Lgbt, per lo più iscritti alla comunità ebraica della capitale. Il gruppo vuole promuovere e sostenere le rivendicazioni della comunità Lgbt sia in generale sia in ambito precipuamente ebraico; si propone, al contempo, di organizzare attività sociali e conviviali legate alla cultura e alla tradizione ebraica e di offrire un supporto agli ebrei italiani Lgbt, in piena coerenza con il principio di tikkun haolam.
La nascita ufficiale del gruppo è stata preceduta da una serie di attività, tra cui la partecipazione al Gay Pride di Roma il 13 giugno. Complice il successo riscosso in quella occasione, nell’arco di poche settimane è stato creato ufficialmente il gruppo, che ha già ricevuto l’affiliazione come associazione con diritto di voto al World Congress of Lgbt Jews (Keshet Ga’avah), il network che collega le più importanti realtà Lgbt attive in Europa, Nord e Sud America e Israele, e che si traduce in una piattaforma globale per informazioni, scambi e mutuo sostegno all’interno del mondo ebraico Lgbt. MDKI è la prima associazione italiana che entra a far parte di questa rete. “Come obiettivo principale – afferma Marco Fiammelli, tra i fondatori del gruppo e fresco di nomina a coordinatore responsabile delle associazioni Lgbt europee e israeliane al Keshet Ga’avah che si è tenuto il mese scorso a Washington – ci prefiggiamo quello di promuovere nella società ebraica, e non solo, la piena uguaglianza delle persone Lgbt e delle famiglie formate da persone dello stesso sesso, di aggregare gli ebrei e le ebree omosessuali che si sentono discriminati dalle loro comunità di appartenenza perché vogliono vivere in piena libertà la loro vita, senza dover rinunciare a nessuna delle due componenti della propria personalità”.
Negli Stati Uniti le associazioni sorelle di MDKI, alcune nate oltre trent’anni or sono, vengono spesso sostenute dalle comunità ebraiche riformate. In Italia, invece, il gruppo non ha finora legami né con la comunità ortodossa né con le piccole realtà riformate presenti in alcuni dei centri principali, e organizza dunque in piena autonomia le proprie attività. “Vogliamo recuperare in fretta questo ritardo – spiega ancora Fiammelli – aiutando i giovani nel processo di emancipazione personale e facendo capire loro che si può essere buoni ebrei e continuare a vivere con gioia la propria omosessualità”.
Obiettivo di MDKI, in ogni caso, non è soltanto la rivendicazione dell’identità ebraica di persone Lgbt e la costruzione di una rete di scambio e solidarietà interna; è anche la possibilità di vivere, cioè praticare, una vita ebraica. Per questo il gruppo ha organizzato un seder di Rosh HaShana, a Roma, che ha visto la partecipazione di 40 persone, e uno di Pesach, feste per Sukkot, Hanukka, Purim e un importante convegno in Senato in occasione della Giornata della Memoria, “Le ragioni del silenzio: il triangolo rosa e la Shoah”, replicato al centro ebraico “Il Pitigliani” il 14 aprile (ne rende conto nel dettaglio l’articolo sottostante di Giulio Piperno). Un successo, considerando che l’associazione sta muovendo i primi passi e che finora non ha goduto di visibilità alcuna sui mezzi di informazione ebraici italiani. Sono numeri che testimoniano un’esigenza che c’è e tenderà verosimilmente a crescere, e a cui MDKI cerca di dare risposta, tra le altre cose, anche con una pagina facebook, Magen David Keshet Italia – LGBT Jews Group, continuamente aggiornata con attività e discussioni su ebraismo e omosessualità. “E – assicura Fiammelli – non siamo che all’inizio”.
Per essere aggiornati sulle attività del gruppo è possibile consultare la pagina facebook, oppure scrivere a [email protected]
L’Unione Giovani Ebrei d’Italia (UGEI) è un’organizzazione ebraica italiana. Essa rappresenta tutti gli ebrei italiani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. L’organo ufficiale di stampa UGEI è HaTikwa: un giornale aperto al confronto di idee.