Due libri imperdibili di Zeruya Shalev: la scrittrice israeliana che ha conquistato i lettori di tutto il mondo

Zeruya Shalev

di Michelle Zarfati

 

La letteratura israeliana è in continua espansione, molte voci hanno contribuito infatti a farla conoscere ed apprezzare in giro per il mondo. Tra queste figure vi è anche quella di Zeruya Shalev, apprezzata e tradotta in molti paesi vicini e lontani. Zeruya, scrittrice e poetessa, narra i sentimenti con introspezione e candore, senza pietismi, raccontando il dolore e la sofferenza con grande lucidità. I suoi romanzi, conditi di dettagli psicologici e descrizioni approfondite, rendono l’esperienza di lettura un viaggio multisensoriale che permette al lettore di entrare in contatto con la parte più profonda del proprio io. Luci ed ombre di ogni essere umano, ma soprattutto di ogni relazione interpersonale, destinata inevitabilmente a corrodersi. Un cinismo pieno d’amore è quello che ci narra la Shalev, fatto di promesse non mantenute e di parole non dette. Tra la sua produzione, ci sono due opere che sostengo possano essere la perfetta rappresentazione della sua scrittura: Dolore e Una relazione intima.

In Dolore incontriamo Iris, che questo sentimento, il dolore, lo conosce bene e lo può attribuire a molte cause. Dolore è ciò che sente sulla ferita che le ha prodotto l’attentato di cui è stata vittima dieci anni prima. Un dolore fisico e psicologico. Dolore per Eitan, il primo grande amore della sua vita che torna dal passato per sconvolgerle il presente. Il dolore che logora, ma che fa sentire vivi. Il dolore che prova per Alma, la sua figlia ribelle e sfuggente con cui ormai intrattiene un rapporto al limite del dialogo. Dolore per il rapporto con il marito a cui non sa dare ne una forma ne un nome. Iris non è felice, ma forse la vita le presenta una possibilità inaspettata, forse può essere felice di nuovo. Quanto è caro però il prezzo da pagare per sentirsi di nuovo vivi e felici? Ma, soprattutto, siamo certi che il dolore sia solo negativo? L’opera di Shalev è un racconto in terza persona capace di entrare nelle pieghe dell’anima del lettore, dove il dolore del personaggio diventa il dolore di chi accoglie la storia e la fa sua. Un romanzo di una profondità disarmante, che apre un interrogativo senza risposta: cos’è davvero la felicità?

In Una relazione intima incontriamo un altro personaggio donna: forte, fiera, debole, sensibile: Yaara. Una storia d’amore, di ossessione, di erotismo e di autodistruzione. Quasi un romanzo psicologico poiché la narrazione, violenta e ritmata, spinge il lettore ad entrare quasi fisicamente nella psiche della protagonista. Una ricercatrice universitaria a cui apparentemente non manca nessun ingrediente per essere felice. Un marito che la ama, una carriera rosea davanti a sé e due genitori che sembrano coprirla d’affetto. Ma nulla è come sembra, un bel giorno nella vita di Yaara entra Arieh, coetaneo e amico del padre, per cui Yaara sembra provare un’attrazione quasi magnetica. Arieh è un uomo enigmatico, criptico, freddo, arrogante e attraente. Pieno di zone d’ombra in cui è difficile entrare. Yaara si sente sospinta da una forza motrice, l’attrazione nei suoi confronti, che la porterà all’autodistruzione totale, ma soprattutto a perdere tutto ciò che possiede. Un racconto scientifico sull’attrazione e sulla sottomissione. Una scrittura talmente febbricitante che assume quasi le note di un thriller psicologico. Il dolore sembra tornare a bussare alla porta del lettore in maniera, quasi, più subdola. Una scrittura a metà tra la poesia e il realismo da leggere tutta d’un fiato.

 


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