Dan Uzan per sempre un eroe – La sorella Andrea ricorda il fratello ucciso nell’attentato alla Sinagoga di Copenaghen
di Samuel M.
Il 15 febbraio 2015, la vita del giovane ebreo danese Dan Uzan venne tragicamente interrotta da un vile attentato terroristico alla Sinagoga di Copenaghen. Dan stava prestando servizio come volontario di sicurezza durante il Bat Mitzvà – maggiore età religiosa – della correligionaria Hanna Bentov, quando è stato ucciso da Omar Abdel Hamid El-Hussein, ventenne danese di origini giordano-palestinesi. Tuttavia, prima di morire, riuscì a chiudere l’entrata del tempio, salvando la vita di oltre ottanta ragazzi. La sua scomparsa ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria di tutte le comunità ebraiche. Nel giorno del nono anniversario dalla sua dipartita, per mantenere vivo il suo ricordo, HaTikwa ha intervistato la sorella Andrea, che da anni si dedica alla memoria del fratello.
Andrea, puoi raccontarci cos’è successo quel giorno?
Il 15 febbraio 2015 è stata una giornata tragica per la nostra Comunità. Il giorno precedente si era tenuto un incontro sulla libertà di parola, dove purtroppo un terrorista ha aperto il fuoco riuscendo poi a fuggire. Quella tragica sera, invece, c’era un Bat Mitzvà nel centro comunitario, vicino alla Sinagoga. A causa degli avvenimenti precedenti, era stato chiesto a Dan di rafforzare il turno di sorveglianza. Non ha mai detto di no quando si trattava di aiutare gli altri, quindi quella sera è andato a fare sorveglianza. Si era posizionato sulla strada di fronte al Centro Comunitario e alla Sinagoga, era disarmato e purtroppo è stato ucciso sul posto dal terrorista. Assieme a lui anche due poliziotti sono rimasti feriti. Il terrorista è riuscito a fuggire, ma è stato ucciso dalla polizia poco più tardi.
Cosa significava per Dan mettersi a protezione dei suoi correligionari?
Dan non parlava mai di ciò che fosse importante per lui. Semplicemente agiva. Quando aveva diciassette anni, chiese ai miei genitori il permesso di iniziare il volontariato come guardia per la Comunità ebraica, nonostante di solito si inizi a diciotto anni, a meno che i genitori non diano il loro consenso. Cosa che i nostri fecero immediatamente
Se dovessi descrivere Dan con una parola, quale sarebbe?
Generoso di cuore. Era il fratello più piccolo, ma è sempre stato un protettore. Era una parte naturale di lui. Ha sempre reagito davanti a ogni ingiustizia e soccorso le persone bisognose. Ad esempio, comprava spesso un giornale ai senzatetto, anche se lui stesso non aveva molti soldi.
Come viene ricordato Dan dalla Comunità Ebraica, e dal Governo danese?
La “Dan Uzan Memorial Foundation” organizza una breve cerimonia il 15 febbraio con canti e discorsi. L’evento è sostenuto dalla Comunità Ebraica.
Cosa insegna la storia di Dan ai giovani ebrei?
È una domanda difficile. Da lui possiamo imparare ad agire e non solo a parlare, ad aiutare quando possiamo. Ma possiamo trarre insegnamento anche dal modo in cui si relazionava con tutte le persone, senza alcuna distinzione: sempre a braccia aperte. Era un ragazzo molto alto e un po’ corpulento, ma aveva anche un grande cuore. Questa combinazione probabilmente faceva sentire le persone al sicuro e protette.
Nota dell’autore:
Dan Uzan sarà per sempre un eroe, non solo nella memoria della sua famiglia, della sua comunità e di coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo, ma anche in tutte le comunità ebraiche del mondo. Il suo coraggio e il suo spirito altruista continueranno a ispirare le future generazioni a fare la differenza nel mondo, agendo con generosità nell’aiutare il prossimo e a difendere il popolo ebraico, sempre. Dan Uzan è il simbolo di tutti coloro che quotidianamente rischiano la loro vita per il bene della loro Comunità. Resterà nei nostri cuori e il suo ricordo sarà sempre vivo.
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