Covid, negazionisti e dittatura del popolo
di David Di Segni
La prima mossa politica dei regimi dittatoriali, quando vanno al potere, è sempre stata quella di abolire la libertà d’espressione, censurando giornalisti indipendenti e uniformando il pensiero. Ma chi è il giornalista? Semplicemente, l’intermediario tra la realtà e il popolo: un occhio oggettivo che traduce gli avvenimenti, in maniera in modo quanto più imparziale possibile. Stavolta, però, non parliamo di uno stato dittatoriale, perché l’Italia è una sana democrazia, ma del modus operandi dittatoriale di una parte del popolo: i negazionisti del Covid.
Sembrano quasi essersi invertite le carte, perché un paese di persone che ha vissuto l’assolutismo fascista ha deciso, durante la manifestazione negazionista tenutasi a Roma sabato 10 ottobre, di comportarsi come coloro che anni fa contrastavano la libertà di espressione. Saverio Tommasi, giornalista di Fanpage, è stato infatti aggredito dai manifestanti che già avevano fatto la sua conoscenza allo stesso corteo del 5 settembre. “Servo dello stato”, “infame”, sono state le offese perpetuate nei suoi confronti, alle quali ha tranquillamente risposto “State sbagliando”, mantenendo correttamente la distanza minima di sicurezza. La situazione è peggiorata drasticamente quando è stato minacciato di morte e di conseguenza scortato via dalle forze dell’ordine. Al giornalista va tutta la nostra solidarietà.
Ma com’è possibile che sia accaduto tutto ciò? Viviamo in un periodo di crisi sanitaria che non si verificava dai tempi della Spagnola, ed al riguardo l’opinione pubblica si è divisa tra coloro che appoggiano la scienza e sposano il buon senso ed il rispetto delle regole, ed i complottisti (negazionisti, no mask, no vax e chi più ne ha più ne metta), che perpetuano una campagna diffamatoria nei confronti della scienza e di un possibile errore di gestione della pandemia da parte dello stato. Sulla gestione dell’emergenza è più che lecito avere opinioni diverse, considerando che la quarantena è stata vissuta in maniera diversa a seconda del contesto economico nel quale si vive. Tuttavia, non è altresì lecito avere dei dubbi riguardo la scienza e i dati statistici, perché simboleggiano il rigore, l’obiettività e la verità. Con milioni di morti in tutto il mondo, dichiarare che “il virus non esiste” è aberrante e privo di giustificazioni di carattere scientifico, oltre che morale.
Abbiamo osservato i nostri TG mandare in onda scene drammatiche, famiglie spezzate, vite al limite, terapie intensive stracolme, e negare l’evidenza è categoricamente impossibile. Le teorie del complotto e del Nuovo Ordine Mondiale sono idee proposte, chiaramente, dagli affabulatori di masse che giovano nel fomentare le persone impaurite e portate all’esasperazione dalla crisi, che pur di aggrapparsi a qualcosa, si affidano all’unica semplice risposta: quella senza basi razionali. Perché la scienza è ricerca, è dibattito di opinioni per giungere ad una conclusione comune, è perseveranza: concetti troppo lunghi e difficili da accettare quando si può giungere ad una risposta più semplice e con meno domande. Ma quando le domande vengono poste ai negazionisti, ecco scattare la paura, il complotto. “Giornalista terrorista, che monta i servizi a suo piacimento”, si sente spesso.
Saverio Tommasi è stato aggredito perché ha fatto esattamente ciò che la folla temeva di più: chiedere spiegazioni. E come si spiegano milioni di morti? Come si spiegano le mutazioni del virus? Come si spiega l’importanza di mascherine e distanze di sicurezza? “Semplicemente” studiando, acculturandosi, informandosi non su internet, che pullula di fake news, ma sui libri. Da giornali e TV, grazie alle interviste ai medici, possiamo capire da cosa e come difenderci, ma non possiamo pretendere di comprendere l’intero mondo che ruota intorno alla virologia.
Come detto, il giornalista è l’intermediario tra l’evento e il mondo, tra la pandemia e la gente, tra i medici e i non medici. Quindi, rispondere alle domande di virologia con “mi sono informato/a su internet” non è una risposta logica né valida. Per questo che suscita violenza, perché se non sai hai paura, se hai paura necessiti di qualcuno che ti difende, e quel qualcuno ti dice di rispondere con violenza quando non la si pensa come te. Anche quelle dei negazionisti sono “opinioni”, ma ciò non significa che siano vere, semplicemente perché non dimostrabili e soprattutto perché smontate da un sistema assoluto come la scienza e la statistica legata al numero dei contagi. Il fatto di avere, in democrazia, il diritto di parlare liberamente, non preclude quello di diffondere notizie false e concetti scientificamente errati. L’irresponsabilità dei negazionisti lede il diritto alla libertà degli altri, che possono contagiarsi per il mancato rispetto delle regole da parte di questi soggetti.
Ricordiamoci che “la nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri”. Quindi, considerando che le teorie dei negazionisti sono deboli, disapprovate dalla scienza e non hanno quindi alcuna rilevanza, hanno anch’essi l’obbligo di indossare le mascherine, per il bene della comunità tutta.
Un appello personale: indossate le mascherine, state distanti, non fatevi abbindolare dalle ideologie dei fomentatori d’odio, che campano sulle vostre paure. Gli estremismi politici, di destra e sinistra, giovano dal caos e dal malcontento popolare. Abbiate a cuore la vita e difendetevi. Difendiamoci per non dover più vedere terapie intensive piene, migliaia di morti al giorno. Considerate che ogni famiglia ha soggetti immunodepressi, persone con patologie più o meno gravi nelle quali il Covid trova un libero accesso. Abbiate a cura i nonni, i bambini e tutti coloro che lottano tra la vita e la morte. Per favore, rispettate le regole, non ce l’abbiamo ancora fatta.
L’Unione Giovani Ebrei d’Italia (UGEI) è un’organizzazione ebraica italiana. Essa rappresenta tutti gli ebrei italiani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. L’organo ufficiale di stampa UGEI è HaTikwa: un giornale aperto al confronto di idee.