Cosa si cela dietro la tregua tra Israele e Hamas? Un’analisi approfondita della Hudna
di Samuel M.
Mercoledì scorso è stata ufficializzata l’intesa fra Israele e Hamas: cinquanta (50) ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre in cambio di centocinquanta (150) terroristi palestinesi detenuti in Israele, con possibilità di far entrare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Alla luce di questo, è importante analizzare meglio come Hamas intenda il concetto di “tregua“.
Nell’islam, il processo per stabilire un trattato di pace temporaneo con il nemico è detto “muhādana” – o muwāda‘a – mentre l’accordo vero e proprio viene denominato “hudna”. Questo, però, non mira a siglare una pace definitiva, ma solamente un armistizio temporaneo da utilizzare in caso di maggiore forza del nemico. Infatti, la sua intenzione è quella di consentire la ripresa rapida delle forze per prepararsi al successivo attacco vincente.
Come in molti altri aspetti della dottrina islamica, la hudna può essere approvata o abrogata dai leader religiosi islamici a seconda della sua compatibilità con gli interessi dell’Islam. Si sostiene inoltre che questa non possa protrarsi per più di dieci anni, e la spiegazione trae origine dalla vita di Maometto. La “Hudna” è la prima parola che la storia dell’Islam usa per indicare una tregua o cessate il fuoco, con particolare riferimento a quella del VII secolo ottenuta dal Trattato di Sulh al-Hudaybiyya (pace di al-Hudaybiyya). Un accordo stipulato nel 628, dopo che il Profeta concluse la prima battaglia con i suoi oppositori nel villaggio al-Hudaybiyya, vicino alla Mecca, sei anni dopo all’hijra, l’emigrazione di Maometto e la nascita dell’Islam.
Secondo la tradizione, Maometto si trovava in una posizione di svantaggio e accettò una tregua di dieci anni con l’obiettivo di rafforzarsi e guadagnare nuovi seguaci. Tuttavia, due anni dopo, violò l’accordo e riuscì a prendere il controllo della Mecca, giustificando questa violazione sostenendo che fosse lecito farlo una volta che l’Islam fosse abbastanza forte da vincere la guerra.
Nel conflitto israelo-palestinese, anche i movimenti politici palestinesi hanno fatto ricorso ai principi dell’hudna attraverso tregue temporanee. Proprio come accade questi giorni fra Israele e Hamas. È importante sottolineare che Hamas, secondo il proprio Statuto, non può impegnarsi in una tregua a lungo termine con Israele. L’articolo 13 infatti afferma chiaramente che “non c’è soluzione per il problema palestinese se non il jihad” e che le iniziative di pace e le conferenze internazionali per risolvere il problema palestinese sono contrarie alle credenze del Movimento di Resistenza Islamico (Hamas).
La tregua attuale è cruciale per il rilascio degli ostaggi, ma solleva delle questioni sulle vere intenzioni di Hamas. Gli eventi del 7 ottobre non possono essere dimenticati. Una volta concluso il periodo di tregua, si prospetta l’ipotesi di una ripresa dell’offensiva israeliana, mirata a smantellare completamente l’organizzazione di Hamas.
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