Connecting minds, creating the future – Opportunità e sostenibilità all’Expo di Dubai

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di Ginevra Di Porto

L’Expo di Dubai prevista per il 2020, dopo essere stata posticipata di un anno a causa della pandemia di COVID-19, ha ufficialmente aperto i battenti il 1°ottobre 2021 e durerà fino al 31 marzo 2022, senza alcuna proroga, come confermato dal Vice Presidente per la Comunicazione dell’evento.

Questa è la prima Esposizione Universale organizzata in un paese musulmano, ed è anche la prima alla quale hanno partecipato tutti i paesi arabi.

Il tema previsto per l’evento è “Connecting Minds, Creating the Future” (Collegare le menti, Creare il futuro), connesso al nome arabo della città di Dubai, Al-Wasl, che significa appunto “il Collegamento”. Tale affermazione sembra essere un invito a sperare in un domani migliore, in cui tutti i paesi del pianeta potranno impegnarsi rispetto a opportunità, mobilità e sostenibilità, con l’obiettivo di provare concretamente a superare la terribile esperienza legata alla pandemia.

A poco più di quattro mesi dall’inizio dell’Esposizione Universale, sono state registrate più di 12,4 milioni di visite, mentre il numero di visitatori virtuali sulle piattaforme digitali ammonta a 110 milioni. Recentemente, è anche stata lanciata una campagna intitolata “Now or Never Before it’s Gone Forever”, per mezzo della quale si ricorda alle persone che mancano solo sette settimane alla chiusura di Expo 2020.

Il Padiglione dell’Italia a Expo 2020 Dubai, uno dei più visitati dell’Esposizione, è collocato tra le aree tematiche “Opportunità” e “Sostenibilità” ed è un’architettura firmata Carlo Ratti, Italo Rota, Matteo Gatto e F&M Ingegneria: è stata ideata per rappresentare in maniera innovativa e creativa, come la bellezza unisca le persone.

Questo progetto, a cui hanno aderito quindici regioni (una presenza senza precedenti per l’Italia in un’Esposizione Universale), ha permesso la realizzazione di uno spazio espositivo che potesse incarnare al meglio l’impegno italiano, così da offrire un’esperienza indimenticabile ai visitatori.

Il Padiglione di Israele si ispira invece alle dune di sabbia del Medio Oriente, e la struttura architettonica, simile ad una tenda, riflette l’apertura con cui Israele abbraccia l’innovazione, la cultura e la diversità.

Il padiglione, a detta di David Knafo, CEO degli Knafo Kilmore Architects, offre uno spazio aperto, una duna circondata da sette porte che riflettono gioia e speranza: un luogo dove l’immaginazione può creare una svolta per il futuro del pianeta; la sua diversità ecologica e la conservazione del patrimonio umano.

Inoltre, in questa zona si crea un microcosmo, con un clima temperato ottenuto grazie a ombre e irrigatori.

Insomma, lo stand israeliano riflette a pieno lo spirito del Paese, come ha affermato Elazar Cohen, Commissario Generale del Padiglione d’Israele.

L’Expo 2020 Dubai rappresenta uno dei primi grandi eventi post-pandemia, assieme alle Olimpiadi di Tokyo e i Giochi Invernali di Pechino, e ciò costituisce un’occasione speciale per una rinascita ed una ripartenza culturale per l’intero pianeta.


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