Cinque libri da leggere sotto l’ombrellone
di Michelle Zarfati
Questo 2020 si è rivelato un anno estremamente difficile, un anno che probabilmente non dimenticheremo. Tuttavia, nonostante le grandi difficoltà, l’estate ormai è arrivata e con essa anche le vacanze. Che sia a bordo piscina, in riva al mare, in barca oppure nel freddo della montagna: un libro è sempre il migliore compagno di viaggio. Per questo ho pensato di stilare una lista dei top 5 editi Giuntina da mettere subito in valigia per farvi accompagnare dovunque andrete, e viaggiare doppiamente attraverso mille storie diverse. Storie familiari, autobiografie, romanzi, dalla narrativa israeliana contemporanea a quella yiddish: un coro di voci che ci raccontano di un ebraismo variopinto da angolature diverse. Un affresco vivido di come la letteratura ebraica vada esprimendosi in maniera diversa. Cinque libri per soddisfare i gusti di tutti. Leggere per credere!
- “Bugiarda” di Ayelet Gundar-Goshen. Scrittrice consacrata ormai grazie al suo libro precedente “Svegliare i leoni”. La Gundar-Goshen ci propone un romanzo fresco come il gelato, da divorare in vacanza. Una storia originale e profonda con una scrittura estremamente scorrevole e mai noiosa. Un romanzo psicologico che scava all’interno del nostro io mettendoci in crisi. Cos’è una bugia? E che valore ha la menzogna nella vita di ognuno di noi? Possibile che la metà delle nostre esistenze si basi proprio sulle bugie? La vera protagonista di questa storia è, appunto, una bugia. Una bugia che ha il potere di creare l’impalcatura perfetta per una storia che riesce a coinvolgere mille personaggi diversi confondendo la linea di demarcazione tra realtà e finzione. Bello, profondo e violentemente realista. Un romanzo brillante con una protagonista, Nufar, introversa e complicata, di cui non vi dimenticherete.
- “La moglie del rabbino” di Chaim Grade. Un libro ormai apprezzato universalmente, con un personaggio femminile estremamente forte. Un viaggio senza tempo all’interno della realtà chassidica. Una scrittura magistrale che fa da sfondo ad una storia avvincente e brillante. Termini Yiddish, atmosfere mitteleuropee e realtà mistiche si intrecciano in questo racconto, che dona molti spunti di riflessione sul nostro presente nonostante narri di una realtà forse lontana. Una donna, la moglie del rabbino, e la sua ambizione, la sua caparbietà e la voglia di superare ogni limite convenzionalmente imposto. Una donna che vi metterà in crisi: la odierete o la amerete?
- “Piccola biografia di mio padre” di Daniel Vogelmann. “Mio padre Schulim mi ha sempre raccontato poco della sua vita, e non solo riguardo alla sua prigionia ad Auschwitz. Certe cose, poi, le ho sapute soltanto molti anni dopo la sua morte, come, per esempio, che c’era anche lui nella lista di Schindler. E io, purtroppo, non gli ho mai chiesto nulla, anche perché è morto quando avevo solo ventisei anni”. Un libro che non ha bisogno di commenti né di recensioni. Si tratta di una profonda riflessione sull’importanza e la trasmissione della memoria familiare che, grazie alla scrittura, diventa memoria collettiva. Se avete voglia di incontrare la storia attraverso un racconto biografico, questo è il libro che fa al vostro caso. Un libro che tocca le corde dell’anima.
- “E la sposa chiuse la porta” di Ronit Matalon. Pensate quanta paura, quanta agitazione e quanta organizzazione si cela dietro ad un matrimonio. Ora pensate ad una sposa che qualche ora prima del grande giorno si chiude in camera, e non vuole uscire… ma, soprattutto, non vuole più sposarsi! Questa è la folle storia di Marghi, che poco prima del suo matrimonio decide che questo grande passo non lo vuole proprio compiere. Nonostante gli sforzi dei familiari, degli amici e addirittura della psicologa, che cercano invano di convincerla, non c’è niente da fare; Marghi non apre la porta. Quante volte è capitato anche a noi? Quante volte paralizzati dalla paura non avremmo semplicemente voluto rinchiuderci dietro ad una porta al riparo da tutto? Un libro surreale, divertente ed estremamente catartico. Un romanzo che ci spinge ad una profonda riflessione sulle nostre scelte e sul potere che hanno nel determinare il nostro destino. Un libro che sembra avere una trama meramente divertente, ma in realtà dietro al paradosso della situazione si cela qualcosa di ben più profondo: l’incapacità di comunicare con l’altro, la difficoltà di una relazione, e la paura che ci rende tutti uguali davanti ai grandi momenti della vita.
- “Giornate Tranquille” di Lizzie Doron. Tel Aviv: postguerra, un piccolo salone di bellezza che è in realtà un punto di ritrovo, un luogo sicuro per Leale e per altri del quartiere. Li lega un passato simile: ovvero sono tutti sopravvissuti alla Shoah. Così giorno dopo giorno i personaggi si mettono finalmente a nudo, scrollandosi di dosso il macinio, a volte troppo pesante e doloroso, della memoria. La forza di ripartire, la speranza di essere felici ancora lega queste esistenze spezzate dall’immane catastrofe che ha segnato per sempre il popolo ebraico. Personaggi diversi, con pregi e difetti si uniscono creando un romanzo corale la cui melodia accompagna il lettore pagina dopo pagina. Un libro sull’importanza e l’accettazione del passato per poter costruire un presente sereno. Lizzie Doron non delude mai.
L’Unione Giovani Ebrei d’Italia (UGEI) è un’organizzazione ebraica italiana. Essa rappresenta tutti gli ebrei italiani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. L’organo ufficiale di stampa UGEI è HaTikwa: un giornale aperto al confronto di idee.