Chi legittima “sporco ebreo” alla Casa della Memoria (a breve termine)
HaTikwà (D.Moresco) – Alain Finkielkraut. Qualcuno ha difficoltà a nominarlo, anzi, non lo nomina proprio. La Memoria a breve termine, d’altronde, è cosa comune ad una certa età. Pensavate davvero che fosse una scelta quella di non dire il suo nome? Dai, macché, non vediamo i fantasmi ovunque. Lo sappiamo tutti che essere ebreo non significa essere israeliano o che essere cattolico non significa vivere al Vaticano. Lo sappiamo tutti che si può essere ebreo, cittadino italiano ed europeo contemporaneamente. Io sono fiero di esserlo: tre in uno, uno e trino, giusto per rimanere in tema religioso. Non possiamo mica credere che tutti gli ebrei devono dissociarsi dalle politiche di Netanyahu e compagnia, altrimenti possono sentirsi dire“sporco ebreo”.
Che dovrebbero fare allora i cattolici o i musulmani per non essere insultati? Tutti i cattolici dovrebbero dissociarsi con manifestazioni e sit-in dai Vescovi pedofili per non sentirsi dire “sporco cristiano”? Tutti i musulmani dovrebbero scendere in piazza per manifestare il dissenso da Hezbollah in Libano o dalle politiche aggressive ed antisemite dell’Iran per non sentirsi dire “sporco musulmano”? Ah no, scusate, a loro non si dice niente: prima c’è Israele da attaccare. Lo stato assassino, violento, antidemocratico, autore del massacro di Sabra e Shatila (opera dei cristiani libanesi, ndr), l’apartheid, i territori occupati (contesi, ndr), i rapimenti dei bambini, il sangue bevuto a Pesach e così via con altre favolette che vi raccontate tra voi prima di andare a dormire. Dicono che concilino il sonno, ma occhio: a forza di favole si comincia a credere in quello che si dice. Qualche giorno fa è apparso un audio di un’anziana signora, che ha tentato di spiegare che la frase “sporco ebreo” ora si può dire, perché è come dire “sporco semita”. Eh no, l’italiano è complesso, lo sappiamo, però non si confonda.
A forza di arrampicarsi sugli specchi prima o poi si cade. Lei è caduta eccome ed il botto si è sentito un po’ da tutte le parti. Qualcuno, con difficoltà di udito probabilmente, non lo ha percepito ed ha deciso di ospitarla, in occasione dell’uscita del suo nuovo libro, alla Casa della Memoria. Resta lo stupore per l’invito rivolto dalla Direzione a costei, le cui affermazioni stonano decisamente con chi, si presume, dovrebbe avere il compito di mantenere vivo il ricordo di ciò che è stato. La Memoria è una cosa seria e, almeno noi, dovremmo conservarla. E’ altrettanto fondamentale condannare l’antisemitismo e l’antisionismo, che fino a poco tempo fa pensavamo fossero due facce della stessa medaglia, ma sbagliavamo, è la stessa faccia: la sua.
L’Unione Giovani Ebrei d’Italia (UGEI) è un’organizzazione ebraica italiana. Essa rappresenta tutti gli ebrei italiani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. L’organo ufficiale di stampa UGEI è HaTikwa: un giornale aperto al confronto di idee.