CDEC, Relazione sull’antisemitismo 2024. In Italia, una deriva pericolosa

ebrei

di David Di Segni

L’Osservatorio antisemitismo della Fondazione Centro Di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) ha pubblicato la Relazione annuale sull’antisemitismo in Italia 2024, aggiornando con dimensione statistica i dati sull’ondata di antisemitismo che dal 7 ottobre 2023 si sono manifestati nel nostro paese. Emerge che, a fronte di 1.384 segnalazioni, 877 sono state rubricate come episodio di antisemitismo, cioè “ogni atto intenzionale rivolto contro persone, organizzazioni o proprietà ebraiche, in cui vi è la prova che l’azione ha motivazioni o contenuti antisemiti, o che la vittima è stata presa di mira in quanto ebrea o ritenuta tale”. Quasi il doppio rispetto i 454 registrati nella Relazione del 2023. Un preoccupante record legato alla guerra in Medio Oriente, che “ha generato anche in Italia un clima di accettazione sociale per i pregiudizi e gli stereotipi contro gli ebrei come non si viveva dalla fine della Seconda guerra mondiale”. In questo contesto, il CDED sottolinea che “importanti rappresentanti della Chiesa cattolica abbiano riesumato alcuni capisaldi della polemica antigiudaica, tra cui l’idea che gli ebrei tendano alla vendetta e alla crudeltà, un fatto messo in rilievo dall’Assemblea Rabbinica Italiana e da vari opinionisti laici nel corso del 2024”. L’antisemitismo si è manifestato sia nel mondo reale, con 277 episodi su gli 877 totali, sia in quello virtuale del web, fra minacce, discriminazioni, aggressioni, vandalismo. Con gravi ripercussioni sugli individui e sui loro diritti: molti gli ebrei e israeliani che hanno dovuto cambiare scuola, nascondere l’identità oppure privarsi di frequentare l’università. Quest’ondata viene amplificata e radicalizzata dalla “degenerazione dei linguaggi ed un uso distorto dei termini”, tale da associare Sionismo a Nazismo, secondo quanto proposto dalla propaganda con il fine di giustificare e legittimare l’antisemitismo. I casi registrati, comunque, non costituiscono la totalità effettiva degli episodi antiebraici, ma solo di quelli denunciati; esiste dunque una componente latente. Non solo contro gli ebrei nella loro generalità, l’antisemitismo si è scagliato frequentemente anche verso personaggi di spicco della società, dalla sopravvissuta alla Shoah e Senatrice a vita Liliana Segre, passando per i giornalisti David Parenzo e Maurizio Molinari, fino al consigliere comunale di Milano, Daniele Nahum. Questo clima ha portato allo stravolgimento di date importanti del nostro calendario, dal 27 gennaio, Giornata della Memoria, al 25 aprile, Festa della Liberazione. Appuntamenti a cui le comunità ebraiche hanno sempre preso parte ma che, da anni, sono diventati terreni ostili e focolai di falsi storici ed episodi antisemiti. L’ostilità antiebraica “ha assunto sempre più le forme di un’avversione con radici religiose […] Agli ebrei “vendicativi” vengono contrapposti in modo manicheo i “buoni” cristiani (che “porgono l’altra guancia”) ed anche i musulmani”. All’odio antisemita si mischia dunque quello contro Israele, ma gran parte attinge abbondantemente dalla ideologia islamista con gli slogan «From the river to the sea» e «Khaybar Khaybar ya yahud» e l’esaltazione dei movimenti terroristici della Jihad come Hamas e Hezbollah. In conclusione, nel 2024 si è registrato un aumento del clima di accettazione sociale dell’antisemitismo, e “un contributo determinante è stato fornito da alcuni alti esponenti della Chiesa cattolica e del mondo culturale, e anche dalla diffusione dell’ideologia cosiddetta woke”. Un clima alimentato anche dall’indifferenza o scarsa reazione di importanti figure pubbliche. È certo, comunque, che l’antisemitismo, come ribadito dalla presidente UCEI Noemi Di Segni in occasione del Giorno della Memoria, è un problema della società tutta e non dei soli ebrei.

  • La relazione è stata realizzata dal Direttore responsabile Gadi Luzzato Voghera e dai redattori Betti Guetta, Stefano Gatti, Murilo Cambruzzi, Larisa Anastasia Bulgar

 


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