Boicottare le università israeliane? La mozione degli studenti a Torino, ma non c’è unanimità – risponde Giovane Kehilà

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Il campus dell'Università di Tel Aviv
Il campus dell’Università di Tel Aviv

Riprendiamo con piacere il comunicato scritto da Giovane Kehilà a proposito della mozione approvata dal Consiglio degli studenti dell’Università di Torino. Una mozione unilaterale che chiede il boicottaggio accademico di Israele, di cui la stampa italiana ha reso conto in questi giorni (per esempio La Repubblica). E’ tuttavia significativo che la mozione non abbia ottenuto l’unanimità.

Giovane Kehilà, l’organizzazione rappresentante dei giovani italo-israeliani, accoglie con favore la notizia che – nonostante il clima di intimidazione continuo instaurato a Torino da gruppi come “Invicta Palestina” e “Progetto Palestina” – la mozione portata avanti dalla lista “Studenti Indipendenti” al Consiglio degli Studenti dell’Università di Torino per chiedere l’adesione dell’Istituzione accademica al movimento BDS (Boicottaggio – Disinvestimento – Sanzioni) non è riuscita a raccogliere l’unanimità dei voti dei consiglieri, grazie al coraggio di cinque voci dissidenti che non si riconoscono in una campagna ideologica che lungi dal voler davvero impegnarsi per risolvere in termini propositivi il conflitto israelo-palestinese creando occasioni di dialogo e confronto tra le parti in causa ha come unico obiettivo quello di delegittimare, isolare e distruggere la democrazia israeliana.

La mancata unanimità del consenso verso gli obiettivi criminali del movimento promosso dalle carceri israeliane dal terrorista palestinese Marwan Barghuthi, pluriomicida condannato a cinque ergastoli, per quanto ci riguarda è la vera notizia. Noi, i giovani italo-israeliani, continueremo a tendere la mano e a tenere aperte le porte a tutti i giovani connazionali che senza pregiudizi vorranno vivere l’esperienza di un periodo di studio e ricerca in un Paese complesso e affascinante come Israele, le cui Università sono e continueranno ad essere un luogo di incontro e democrazia tra culture, popoli e fedi diverse aperte all’apporto di studenti provenienti da ogni parte del mondo. Chiediamo pertanto al Rettore Ajani e al Senato Accademico dell’Università degli Studi di Torino di respingere l’appello di adesione alla campagna d’odio contro la democrazia israeliana e di unirsi a noi, i giovani italo-israeliani, per costruire ponti e abbattere muri.

Giovane Kehilà


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