Aristocrazia 2.0: i giovani ebrei nel post-pandemia, tra sfide e opportunità

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di Carola Di Veroli

Chi siamo? Dove andiamo? Ma soprattutto, dove andremo nell’imminente post-pandemia?

A queste e a molte altre domande che i giovani si pongono quotidianamente ha risposto Roger Abravanel, nel suo nuovo libro “Aristocrazia 2.0, una nuova élite per salvare l’Italia”, presentato da HaTikwa e da Joi – Jewish Open and Inclusive il 19 aprile nel webinar Meritocrazia Ebraica e Sviluppo Economico“.

Moderati dal noto giornalista e conduttore radiofonico David Parenzo, Johanna Arbib, presidente della Task Force Antisemitismo Agenzia Ebraica per Israele, lo psichiatra Ruggero Raccah, e Raffaele Jerusalmi, AD di Borsa Italiana, hanno cercato di disegnare, in diretta con l’autore, i tratti dell’intellettuale del futuro. 

Con una critica serrata all’odierno sistema meritocratico italiano, Abravanel delinea la figura dell’aristocratico da lui definito 2.0, non figlio di una società classista ma giovane intraprendente disposto a mettersi in gioco per accedere alla migliore education sulla piazza.

È proprio il sistema educativo il fil-Rouge della discussione: se è vero che le università italiane non svettino nei ranking mondiali, è altresì importante notare che i giovani ebrei connazionali che si affacciano a questa realtà sono avvantaggiati dalla loro cultura, fondata storicamente – si pensi a figure quali Joseph o Moshè Rabbenu – sulla meritocrazia e sul valore dello studio come punto di partenza per un miglioramento e una crescita costanti.

La visione ebraica, alla quale attinge l’aristocrazia 2.0 dell’estremo oriente e sulla quale si basa il sistema sociale israeliano, è difficile da far recepire in Europa e in particolare in Italia. Le cause principali sono da ricercarsi negli ultimi quarant’anni di stallo economico, a seguito del boom e nell’ossessione per il fallimento, retaggio religioso culturale europeo; questi, uniti all’arrendevolezza verso i nepotismi, fanno si che si cerchi ancora un’esperienza che abbia solo valore curriculare, tralasciando il potenziale imprenditoriale che il percorso universitario porta con sé.  

Nonostante le visioni antitetiche dei relatori sul concetto di meritocrazia, ciò che si evince dalla discussione è la totale mancanza di avanguardia nel modello italiano, che tende a sfavorire la sana competizione per garantire un livello basilare di conoscenza, che ben si adegua all’offerta lavorativa, scarsamente tendente all’evoluzione imprenditoriale.

Qual è quindi il ruolo del giovane ebreo italiano nel rinnovamento dell’aristocrazia? Sicuramente la facilità con cui può differenziare il proprio curriculum vitae, facilitato nell’accesso alle realtà accademiche israeliane, è un’opportunità per confrontarsi con un sistema giovane che investe nello sviluppo tecnologico; questo privilegio deve essere sfruttato per puntare al settore dell’economia della conoscenza, che premia i più intraprendenti, e riportare le abilità acquisite per far finalmente fiorire il sistema economico italiano, che non riesce a trarre vantaggio dall’eccellenza universitaria di cui dispone.


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L’Unione Giovani Ebrei d’Italia coordina ed unisce le associazioni giovanili ebraiche ed i giovani ebrei che ad essa aderiscono.


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