Antisemitismo ed estrema destra: opinioni a confronto
HaTikwa (N. Greppi) – Quello dell’antisemitismo di estrema destra è un tema che a più riprese torna a far parlare di sé soprattutto dopo fatti atroci, l’ultimo dei quali è stato l’attentato davanti alla sinagoga di Halle in Germania. Per capire meglio l’argomento, HaTikwa ha deciso di sentire due esperti con opinioni molto diverse tra loro: Elia Rosati, docente a contratto di storia contemporanea all’Università degli Studi di Milano, esperto di neofascismo, autore dei saggi Storia di Ordine Nuovo e Casapound Italia; e Francesco Giubilei, editore e presidente della Fondazione Tatarella, esperto di conservatorismo, i cui ultimi libri sono Europa Sovranista e Storia della cultura di destra.
Cosa pensate dell’attentato di Halle? È un caso isolato o rientra in uno schema più grande?
Giubilei: Non è un caso isolato, rientra senza dubbio a un attacco generale alle religioni. Siamo in una società sempre più secolarizzata, e ciò comporta che vi siano attentati contro cristiani, musulmani o ebrei come in questo caso. In secondo luogo è evidente come vi sia un accanimento contro le radici giudaico-cristiane dell’Occidente, che si manifestano in questo modo. Il problema è che mentre fino a poco tempo fa gli attacchi contro cristiani ed ebrei avvenivano soprattutto dove questi sono minoranze, come in Medio Oriente, adesso avvengono anche in Occidente.
Rosati: Non è isolato, ma occorre comprendere bene il fenomeno dei “lupi solitari”. Non vi è un’organizzazione internazionale dietro a questi assassini neonazisti, ma è un fenomeno con più cause: la prima è un imbarbarimento generale del dibattito pubblico, anche in relazione allo hate speech; un’altra è la costante sottovalutazione delle organizzazioni giovanili neofasciste. Il lupo solitario è frutto di una larga diffusione di determinate idee su internet e/o nel dibattito mainstream, e di un contesto politico e culturale che non estromette i discorsi d’odio e le posizioni esplicitamente o cripticamente fasciste. A volte i terroristi di questo tipo sono sì delle persone emotivamente disturbate, che però sono passate attraverso movimenti forum su internet o partiti di destra: Luca Traini, l’attentatore di Macerata, era stato candidato con la Lega nel suo paese e aveva frequentato manifestazioni di gruppi neofascisti come CasaPound, mentre lo stragista norvegese Anders Breivik era stato iscritto al Partito del Progresso, la più importante formazione razzista del suo parlamento nazionale.
Cosa pensate degli attacchi diretti a Liliana Segre? Secondo voi esiste un problema di antisemitismo in Italia?
Giubilei: Io credo che la stragrande maggioranza degli italiani sia fatta da gente perbene che rispetta il popolo ebraico. Poi ci sono sempre dei fanatici che esprimono posizioni offensive che purtroppo vengono spesso amplificate dal web.
Rosati: In Italia vi è un grave problema di xenofobia e razzismo, dovuti alla crisi economica. In questo contesto l’antisemitismo è nuovamente tornato attraverso una narrazione distorta della difficile fase socio-economica, per cui si è passati dal criticare aspramente “l’usura” delle banche ad attaccare le oscure “elite” finanziarie, e in particolare personaggi di origine ebraica come George Soros, accusato di voler distruggere l’identità europea finanziando le Ong, i partiti e i giornali a favore della “Grande Sostituzione Etnica”, del “Complotto Gender” o del “Globalismo”. Oppure basta vedere come vengono trattati giornalisti come Gad Lerner quando provano a fare reportage sulle formazioni di destra, in primis La Lega.
Come si fa a distinguere la destra radicale da quella moderata?
Giubilei: Come spiegava lo scrittore e giornalista Giuseppe Prezzolini, non esiste una sola destra ma tante destre, spesso divise sui temi economici o sulla politica estera; oggi, in particolare, sono divise su quali rapporti avere con gli Stati Uniti e sulla questione israelo-palestinese.
Rosati: Negli ultimi 15-20 anni si è ridotto il confine tra destra conservatrice e radicale; in Occidente questo processo è iniziato dopo l’11 Settembre, in Italia dalla metà degli anni ’90 (con la vittoria della coalizione di destra plurale di Berlusconi-Bossi-Fini), per cui idee che una volta erano limitate a piccoli circoli di destra radicale oggi sono al centro dei programmi dei maggiori partiti, come la Lega o tra i Repubblicani americani sotto Trump.
Hatikwa è una rivista giovanile: quali dovrebbero essere le maggiori preoccupazioni dei giovani ebrei italiani?
Giubilei: Come per tutti i giovani italiani, le grandi sfide sono da un lato il problema del lavoro, e dall’altro la perdita dell’identità.
Rosati: Dovrebbero preoccuparsi del fatto che oggi è difficile staccare il razzismo da posizioni antisemite contemporanee e negazioniste, perché parliamo di un unico blocco di pensiero molto radicato nella cultura di destra occidentale e che ha contagiato, purtroppo, la narrazione mainstream della crisi economica e della globalizzazione.
L’Unione Giovani Ebrei d’Italia (UGEI) è un’organizzazione ebraica italiana. Essa rappresenta tutti gli ebrei italiani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. L’organo ufficiale di stampa UGEI è HaTikwa: un giornale aperto al confronto di idee.