“Antichi Futuri, Divine Armonie”: l’artista Tobia Ravà torna a Roma con una nuova mostra
Una continuità tra presente e passato data da una combinazione di numeri e lettere. È la nuova mostra “Antichi Futuri, Divine Armonie” dell’artista veneziano Tobia Ravà, inaugurata il 6 marzo alla Galleria d’arte Exclusive Urban Art di Roma.
Attraverso i principi della ghematrià, della correlazione tra numeri e lettere e della cabbala, la mistica ebraica, l’artista ha dato vita a opere uniche che racchiudono un’armonia tra gli elementi che le compongono.
“Questa mostra viene fuori da un ciclo di esposizioni che sto facendo, in cui rivisito in un certo senso il Rinascimento in chiave ebraica – racconta Tobia Ravà – Divine Armonie riflette il concetto di cabbala che rimette a posto. I tre elementi della cabbala sono Tzimtzum, Shevità e Tikkun, quest’ultimo consiste proprio nella ricerca dell’armonia sin dalla creazione del mondo e la si troverà in epoca messianica. Le scintille che sono lettere e numeri riempiranno il mondo intero e questo è un po’ il concetto nelle mie opere, in cui cerco di ristabilire un ordine in un percorso pittorico, che raccoglie ghematrià e cabbala rappresentati in elementi naturali come i boschi e gli animali, ma anche l’architettura che richiama il futuro”.
Un percorso artistico che va dal “classico” rappresentato dai boschi alberati su tela o su raso, ormai inconfondibile firma dell’artista, all’innovazione, come l’immagine del Colosseo realizzata su metallo con la tecnica dei raggi UV.
“Attraverso il valore numerico di ciascuna lettera dell’alfabeto ebraico ricostruisco un’immagine che è anche un testo. Lo scopo dell’opera che vado a realizzare è quello di creare empatia con il fruitore e diventare parte del suo patrimonio culturale – spiega ancora Tobia – abbiamo selezionato dei lavori che avessero una logica: ad esempio ci sono immagini delle tartarughe, perché a pochi passi dalla galleria c’è la Fontana delle tartarughe a Piazza Mattei. Non è soltanto un collegamento astratto perché l’insieme delle lettere e i numeri richiama alla pace della tartaruga. Poi ho portato un piccolo dinosauro, un’immagine un po’ ironica che vuole essere una trasposizione della preistoria: non si parla mai di preistoria ebraica, perciò ho voluto costruire un piccolo T-Rex con un testo che parte dallo Tzimtzum: l’ho intitolato Caos, proprio perché rappresenta indeterminatezza; tutto ciò che viene prima. I boschi rappresentano al meglio questa continuazione fra passato e futuro, perché gli alberi ci consentiranno sempre di avere l’armonia del creato”.
Tra i boschi numerici ne spicca uno in particolare, realizzato con i colori bianco, rosso e verde, le cui lettere formano i nomi dei protagonisti ebrei del Risorgimento italiano.
“Alcuni di questi lavori sono fatti in alluminio e sono opere di catalizzazione – spiega ancora l’artista – sono state fatte sul metallo che poi dovrebbe rimanere allo stato di goccia, e questo crea un po’ quell’effetto UV. Ogni opera ha la sua storia: ci sono lavori anche surreali che in qualche modo rimandano a una costruzione del futuro”.
L’esposizione è curata da Federico Veneziani e Nicole Calò della Exclusive Urban Art, insieme ad Arianna Zarfati come Responsabile comunicazione, con il patrocinio della Comunità Ebraica di Roma, e sarà visitabile dal 6 marzo al 1° maggio 2022.