André Aciman – Cercami

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di Rebecca Locci

 

“’Sono come te,’ ha detto. ‘Mi ricordo tutto.’ Mi sono fermato un secondo. Se ti ricordi tutto, volevo dirgli, e se sei davvero come me, allora domani prima di partire o quando sei pronto per chiudere la portiera del taxi e hai già salutato gli altri e non c’è più nulla da dire in questa vita, allora, una volta soltanto, girati verso di me, anche per scherzo, o perché ci hai ripensato, e, come avevi già fatto allora, guardami negli occhi, trattieni il mio sguardo, e chiamami col tuo nome.”

Cercami (Guanda Editore) è il nuovo romanzo di André Aciman, uscito il 28 ottobre 2019, nonché continuazione dell’ormai famosissimo Chiamami col tuo nome, pubblicato 10 anni fa e dal quale è stato tratto un film premiato agli Oscar.

Dall’estate in cui Elio conobbe lo studente americano Oliver, ospite nella sua casa vacanze in Riviera, sono ormai passati parecchi anni. Elio non è più quel ragazzo preso dalla tipica confusione adolescenziale ed Oliver, dal canto suo, è molto distante. Eppure, il ricordo di quell’estate è vivo in entrambi ed Elio, in particolar modo, non ha mai dimenticato la forza travolgente del suo primo amore. Nonostante ciascuno dei due abbia poi deciso di proseguire per la propria strada, quei giorni di incancellabile desiderio aleggiano nelle loro menti come un fantasma, che giorno dopo giorno indugia a volersene andare via e sparire.

Questo nuovo romanzo di Aciman si apre inaspettatamente con il padre di Elio: Samuel è in viaggio verso Roma, è un professore di mezza età e deve tenere una conferenza. È ansioso di arrivare a destinazione, non solo per il suo impegno lavorativo, ma anche perché così avrà l’occasione di rivedere suo figlio. Elio, infatti, è diventato un famoso pianista, tanto affermato professionalmente quanto ancora fortemente irrequieto nelle sue relazioni sentimentali.

Quello che Samuel non sa è che su quel treno farà la conoscenza di una giovane donna, che gli cambierà letteralmente la vita. Miranda è una fotografa dal carattere ribelle e non propensa alle relazioni stabili. Eppure, Miranda troverà in Samuel l’uomo maturo che aspettava di conoscere da tutta la vita. Scatterà così tra i due una così forte attrazione da portare Samuel a mettere in discussione tutte le sue certezze e, chissà, magari a lasciarsi andare di nuovo per provare sensazioni che da tempo ormai non provava più.

Lo scenario poi cambia di colpo: il destino farà sì che Elio abbia un incontro inaspettato e importante a Parigi. Conoscerà infatti un uomo molto più grande di lui ad un concerto: Michel. Elio, giovane e desideroso di affetto, trova in Michel l’uomo in grado di accontentarlo; Michel, dal canto suo, fin troppo conscio della differenza d’età tra i due, a tratti vede in Elio un figlio e a tratti invece lo percepisce come un soggetto che desidera. Nei giorni che passeranno insieme, approfondendo la loro relazione, i due si imbatteranno in un mistero: Michel, mostrando ad Elio lo spartito di un assolo di pianoforte, ereditato dal padre, si interroga su chi ne fosse il compositore, a chi fosse indirizzato e perché quel singolare spartito appartenesse al padre di Michel. I due, quindi, si ritrovano a seguire le tracce di un musicista ebreo morto nei campi di sterminio durante la Seconda guerra mondiale.

Seppur i due gettino le basi per una relazione stabile, in Elio il ricordo di Oliver non sbiadisce.

Ma Oliver dov’è? Ora vive a New York, ha un bel loft affacciato sulle sponde dell’Hudson, conduce una vita opprimente ma serena: ha due figli adolescenti, una moglie amorevole, eppure basterebbe una sola, unica, parola per riaprire ferite che mai si sono rimarginate. Una sola parola per mollare tutto e partire, per riaprire una porta che forse non è mai stata chiusa. Con un pianoforte inutilizzato e un pezzo di Bach suonato, si materializzerà un ponte in grado di riportarlo indietro di vent’anni, per seguire le orme di Elio.

Con tre racconti che sembrano essere a sé stanti, ambientati in tre città del mondo, si intrecciano le vite e i pensieri di più soggetti. Vite divergenti l’una dall’altra, ma che per qualche strano disegno del destino continuano impercettibilmente a sfiorarsi. Con una grande capacità narrativa, Aciman ci regala un romanzo in grado di farci riflettere a lungo, quasi costretti ad una presa di coscienza, su grandi temi come la vita, il tempo, le opportunità.

Se cercate il sequel di Chiamami col tuo nome completamente incentrato su Elio e Oliver, non è questo il romanzo. Allora perché è una lettura consigliata? Perché non si parla solo d’amore, non c’è solo passione. Si scopre il rovescio della medaglia, la malinconia, la consapevolezza di essere stati amati e di essersi persi. Perché un sequel può sorprenderti, non trattando proprio di ciò che ti saresti aspettato, rivelandosi magari, sotto sotto, uno stand-alone. Perché la vita è più di quello che si racconta, e non è mai facile come sembra. Perché la scrittura dell’autore merita per la sua delicatezza, la sua intelligenza e la sua eleganza. Senza scordare che è così chiaro da rendere praticamente immediata l’immaginazione di ciò che ci propone. Perché alla fine, probabilmente, per trovarsi a volte bisogna perdersi e cercarsi.


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