Alla scoperta del Centro Bibliografico “Tullia Zevi”

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di Giulia Limentani

 

Domenica 15 maggio il Centro Bibliografico “Tullia Zevi” ha aperto le sue porte ad un gruppo di sei ragazzi, permettendo loro di visitare il centro e l’annesso archivio storico.

Il Centro è nato nel corso degli anni Ottanta, per iniziativa di Tullia Zevi, ex presidente UCEI dal 1983 al 1998, allo scopo di realizzare un polo in grado di riunire, conservare, valorizzare e tutelare libri, manoscritti e archivi relativi alla cultura ebraica.

I sei ragazzi sono stati accolti da Diletta Cesana, Responsabile del Centro Bibliografico, Eleonora Bischetti, Restauratrice e bibliotecaria, e Keren Perugia, borsista presso il Centro Bibliografico.

Come ha spiegato Giorgio Segrè, ex direttore di Hatikwà dal 1979 al 1982, il Centro bibliografico, fortemente voluto dalla stessa Zevi, nacque con l’obiettivo di unire le esigenze delle piccole e grandi comunità ebraiche in un periodo di particolare difficoltà sociale, permettendo così che il grande patrimonio culturale non si esaurisse.

Infatti, in un’intervista che la Zevi rilasciò per il giornale La Stampa, affermò che era necessario creare un polo culturale da cui sarebbe partita la conoscenza, in quanto i pregiudizi sugli ebrei persistono, e l’ignoranza genera pregiudizi, spenti solamente dalla conoscenza.

Fin dal primo momento, il Centro Bibliografico Tullia Zevi non è stato una mera tutela del patrimonio storico, bensì l’occasione per diffondere questa conoscenza di cui parlava la stessa Zevi, aprendo al pubblico l’archivio e rendendolo consultabile sia online che sul posto.

Nel centro dei periodici, ovvero la sala principale dove si è tenuto l’evento, Keren Perugia e Diletta Cesana hanno sottolineato l’importanza del patrimonio ebraico, caratterizzato da una forte specificità che resta comunque, ed in ogni caso, un patrimonio italiano.

La biblioteca del Centro conserva sia libri moderni che antichi, alcuni in fase di restauro in quanto ormai deteriorati, ed altri perfettamente leggibili e riconoscibili.

Ai partecipanti dell’iniziativa è stato poi spiegato il processo e gli step che un bibliotecario compie quando riceve un libro. Tra questi, il cercare le note di possesso, sia sul frontespizio che sul retro del libro, la conseguente segnalazione della presenza di note, e l’eventuale ricerca di segni di censura.

Negli ultimi anni è stato messo in pratica un processo di digitalizzazione di libri, riviste o quotidiani presenti nell’Archivio, ampliando anche il settore della fluidità di ricerca della teca digitale, consultabile sul sito dell’UCEI.

Il tutto è poi stato seguito da una visita nell’Archivio del Centro, da parte di Keren, Eleonora e Diletta, dove è stata data la possibilità di vedere la sala dei doppi, una serie di libri di lingua ebraica moderna e diverse tesi di laurea sviluppate nel corso degli anni.

In particolare, Eleonora Bischetti ha mostrato la Sala delle Cinquecentine, contenente circa 750 volumi da vari fondi, di cui i più cospicui dal collegio rabbinico, spiegando il processo di restaurazione a cui queste vanno incontro. Tra queste, è stato mostrato il quarto volume di una Bibbia che sarà sottoposto ad una pulizia a secco e ad una rilegatura ex-novo.

L’evento si è poi concluso con un’attività di catalogazione e archiviazione di diversi pannelli, rappresentanti i cambiamenti e i progressi dei vari periodi, e del The Jewish Chronicle, il più antico quotidiano al mondo fondato nel 1841.


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