13 Giugno 20146min

Alla ricerca del “WHY”

the-interrogative-mood

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If you hire people just because they can do a job, they’ll work for your money. But if you hire people who believe what you believe, they’ll work for you with blood and sweat and tears.

 

Come ci possiamo spiegare quando le cose non vanno come vorremmo? Oppure: come si spiega quando gli altri sono in grado di fare cose straordinarie, sfidando tutte le variabili che si oppongono al raggiungimento dei loro obiettivi? Come mai, nel mondo del mercato, alcune aziende sianopiù competitive di altre, nonostante i prodotti che vendono siano validi allo stesso modo?

Tutti noi, nel corso della nostra vita, ci siamo posti queste domande osservando il mondo che ci circonda e probabilmente non siamo riusciti a trovare una risposta che ci soddisfacesse adeguatamente. Simon Sinek, esperto di leadership, racchiude la risposta nel suo modello denominato “Golden Circle”  : esso spiega il motivo per cui noi veniamo ispirati all’azione da una certa tipologia di leader, messaggi ed organizzazioni. È un modello “a matrioska” costituito da 3 strutture concentriche: nella parte più esterna è presente il “WHAT” ovvero l’azione concreta, ciò che ogni persona, od  organizzazione, solitamente fa; a seguire, troviamo il “HOW” , il modo in cui le persone realizzano ciò che fanno; infine, nella parte più interna e centrale, c’è il “WHY” da intendere non come “fare profitto” ma come “qual è il motivo per cui facciamo quello che facciamo?” “perché l’organizzazione esiste?” “ perché a qualcuno dovrebbe importare ciò che faccio?”. Il modo in cui normalmente agiamo e comunichiamo, secondo l’autore, va dall’esterno verso l’interno, dalle cose più chiare e tangibili a quelle più sfocate. L’ispirazione, invece, nasce dal cambiamento dell’ordine delle informazioni: quando comunichiamo dall’interno verso l’esterno parliamo direttamente alla parte del cervello che controlla il comportamento senza aver bisogno del linguaggio.

 

People don’t buy what you do; people buy why you do it.

 

Così Adi Altshuler, a soli 16 anni, fondò il primo movimento giovanile in Israele per bambini disabili dal nome “Krembo Wings”: ispirata dalla sua attività di volontariato quando aveva soli 12 anni, è diventata in poco tempo fonte di ispirazione per molti altri ragazzi che hanno fatto loro la sua causa e diffuso il suo “why”. L’organizzazione, fondata nel 2003, opera ora in 22 rami diversi e conta oltre 2000 persone impegnate in essa. Adi è  presidente di “Krembo Wings” e lavora a Google come manager di Google IL Education.

People don’t buy what you do; people buy why you do it.

 

Cosi Shimon Shocken, professore di informatica e appassionato di ciclismo, ha realizzato un programma di attività all’aperto per giovani detenuti in Israele. Il ciclismo come mezzo per permettere a quei ragazzi di esplorare la bellezza di Israele imparando valori come la condivisione, il lavoro di gruppo, l’autostima. Realizzare ciò in cui si crede, ispirare gli altri per fare del bene.

 People don’t buy what you do; people buy why you do it.

 

Cosi ZE-ZE (che in ebraico significa “this is it”) fu fondata da un gruppo di giovani che volevano divertirsi e allo stesso tempo fare qualcosa di utile. Essi riuscirono a fare in modo che tutti contribuissero alla realizzazione di un progetto mettendo a disposizione le proprie abilità e passioni in modo da contribuire alla causa ma anche migliorare se stessi.

 Questi alcuni esempi di persone esattamente come noi ma che, grazie alla forza dei loro “why”, hanno realizzato i propri sogni.

Miriam Sofia


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