A due anni dalla sua scomparsa, ecco tre libri imperdibili di Amos Oz

oz

di Michelle Zarfati

 

Ci sono scrittori che non hanno bisogno di parole né di presentazioni. La loro fama li precede, o semplicemente i capolavori che hanno scritto parlano per loro. Amos Oz è uno di questi, tanto da essere considerato una delle colonne portanti della narrativa israeliana. I suoi libri sono tradotti e conosciuti in tutto il mondo, e la sua scrittura evocativa, criptica e descrittiva ha reso la sua produzione un vero e proprio canone conosciuto ed apprezzato da molti lettori. Nei suoi libri ha trattato con maestria diversi temi: i conflitti e le contraddizioni dello Stato d’Israele, storie d’amore sofferenti e complesse, le cicatrici della Shoah che molti superstiti portavano quando il paese era appena nato. Stilare una classifica delle sue opere è impossibile, tanto sono pieni di realismo magico e capaci di prendere il lettore per mano, attraversando con lui una dimensione quasi mistica. Ho tuttavia selezionato alcuni dei suoi libri più potenti e profondi, che permettono attraverso la narrazione di conoscere a fondo questo meraviglioso scrittore.

Micheal Mio: ambientato in una Gerusalemme dilaniata dalla guerra, è un racconto sofferto e pieno di malinconia quello che narra in prima persona la protagonista Hannah, una trentenne israeliana ed ex-studentessa, sposata a Michael Gonen. Il loro amore, giorno dopo giorno, va sfiorendo, e come un fiore al gelo non resiste più. Hannah è estremamente infelice di questa vita che non sente sua fino in fondo. Possiamo definire Hannah una Madame Bovary israeliana, un’infelice cronica la chiamerebbe Eshkol Nevo; la protagonista infatti si mette a nudo davanti al lettore raccontando la storia del suo matrimonio che giorno dopo giorno si sgretola davanti ai suoi occhi. Sofferenza e rimpianto sono le parole chiave di questo romanzo, che riflette su quanto le nostre scelte determinano il nostro destino, segnandolo in maniera permanente.

Tocca l’acqua tocca il vento: In questo libro, Amos Oz delinea al massimo la sua capacità di narratore. Usando poche parole, scarne e spesso criptiche, è capace di immergere il lettore in circostanza lontane, e di farlo in modo magistrale. Un libro complesso, fra l’ironico e il reale, condito infine con un po’ di misticismo. Nel 1939, l’avanzata tedesca in Polonia è inarrestabile; Elisha, orologiaio ebreo appassionato di musica e matematica, scappa nel bosco lasciandosi tutto alle spalle, in particolare sua moglie Stefa. Attraverso strane peripezie, Elisha arriva in Grecia e successivamente in un kibbutz in Israele dove torna a riparare orologi. Stefa viene deportata in Unione Sovietica, dove è costretta a diventare una spia. Realismo magico e filosofia si fondono in questo libro, rendendo questo romanzo un capolavoro di cui solo Amos Oz è capace.

La scatola nera: Il rapporto tra Alec e Ilana è appeso ad un filo; un divorzio duro e complicato li ha condotti a non parlarsi più da ormai sette anni. La divisione è stata anche peggio, i sentimenti in gioco devastanti. Alec vive in America, dove è diventato famoso per i suoi studi sul fanatismo religioso, mentre Ilana, ancora in Israele, ha sposato un altro uomo, un ortodosso, da cui ha anche avuto una figlia. Ma c’è qualcosa che è rimasto in sospeso tra i due, che pur non volendo li legherà per sempre: il loro figlio Boaz. Disconosciuto dal padre come offesa alla madre, è diventato un ragazzo irruento, violento e problematico, frutto di una relazione altrettanto complicata. Per questo, dopo essere stato cacciato dall’ennesima scuola, vive allo stato brado. Ilana è costretta a scrivere ad al freddo Alec, per chiedergli aiuto. Attraverso lo scambio epistolare, verranno alla luce molti elementi, caratteriali e non. I due si riavvicineranno in circostanze particolari per salvare Boaz da sé stesso. Ma ci sono molte parole taciute negli anni, che improvvisamente, come un’inaspettata pioggia estiva, verranno fuori. Attraverso questo romanzo, Amos Oz delinea i mille volti della società, e ci mostra come gli esseri umani siano in grado di logorare, con estrema facilità, tutto ciò che hanno intorno.


UGEI

L’Unione Giovani Ebrei d’Italia coordina ed unisce le associazioni giovanili ebraiche ed i giovani ebrei che ad essa aderiscono.


Contattaci




HaTikwa

Organo ufficiale di stampa dell’UGEI è HaTikwa, giornale aperto al libero confronto delle idee nel rispetto di tutte le opinioni.


Contattaci