7 ottobre 2023 e 9 ottobre 1982. Al Tempio Maggiore di Roma il ricordo di due tragiche date.
di Ruben Di Veroli
Al Tempio Maggiore di Roma si sono svolte le commemorazioni di due tragiche date: 7 ottobre 2023 e 9 ottobre 1982. La prima in ricordo del massacro compiuto da Hamas, la seconda in memoria dell’attentato alla Sinagoga di Roma dove il piccolo Stefano Gaj Taché, di soli due anni, venne ucciso da un commando terroristico palestinese. Un momento corale di intensa riflessione e commozione per la Comunità ebraica e non solo. Il susseguirsi degli interventi e delle testimonianze è stato alternato ai canti del coro bianco, che hanno aggiunto emozione a un evento carico di sentimenti. Tanti i temi trattati, il valore della parola, quello del diritto all’esistenza, ma anche il fondamentale ruolo che le immagini ricoprono nell’epoca social. Quelle immagini del 7 ottobre che Israele, per rispetto e dignità delle vittime, ha deciso di non mostrare. C’è un filo rosso che lega l’odio di quelle violenze fino a Roma. Gadiel Tachè, fratello del piccolo Stefano, lo ha ricordato rievocando il dolore della propria famiglia e ribadendo il valore della Memoria storica. La serata è poi passata attraverso le testimonianze dirette del 7 ottobre. Quella di Shirel Gabbai, sopravvissuta al Pogrom, e di Daniel Lanternari, che ha raccontato l’orrore vissuto con la sua famiglia durante l’assedio, rievocando il terrore di trovarsi faccia a faccia con i terroristi per diverse ore. “Non dimenticare mai e preservare la memoria come forma di resistenza contro l’odio e la violenza” è il messaggio che manda il Rabbino Capo di Roma, Rav Riccardo Di Segni, che hai poi sottolineato la gravità della disinformazione come mezzo di alimentazione dell’odio e del terrorismo. Gli fa eco l’appello del presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun, per la “liberazione degli ostaggi in mano a Hamas”. La mattina seguente la sinagoga ha poi accolto la cerimonia istituzionale alla presenza del Governo e del Premier Meloni, del Sindaco di Roma Guatieri oltre che di alcuni rappresentanti dei partiti di opposizione, come Carlo Calenda di Azione e Maria Elena Boschi di Italia Viva. “Ricordare e condannare con forza ciò che è accaduto un anno fa non è solo un rito formale, ma rappresenta la base su cui si deve fondare ogni azione politica per ripristinare la pace in Medio Oriente – ha detto a presidente Meloni nel suo discorso – La reticenza che si riscontra sempre più spesso nel farlo, purtroppo, rivela un antisemitismo latente e diffuso che dovrebbe preoccupare tutti. Le recenti manifestazioni pubbliche ne sono state una triste conferma”. Il messaggio di speranza, unito alla richiesta di maggiore solidarietà internazionale, è stato ribadito anche da Noemi Di Segni, presidente dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane, e Jonathan Peled, Ambasciatore d’Israele in Italia, che ha ribadito il diritto di Israele a difendersi. La cerimonia si è conclusa con un appello per non dimenticare mai il sacrificio delle vittime e per continuare a lavorare per un futuro di pace e sicurezza per Israele e il mondo ebraico.
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